Cronaca

Il legale delle parti civili Panariello: "Il senatore potrebbe fare capire la politica finanziaria ed economica del gruppo Atlantia. Il giudici hanno gestito bene un processo molto complicato, il verdetto potrebbe arrivare nel 2026"
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di Michele Varì

GENOVA - "Abbiamo depositato la richiesta di citare come teste il senatore Luciano Benetton: potrebbe aiutare a capire la politica finanziaria ed economica del gruppo Atlantia".



La rivelazione, a sorpresa alla ripresa del processo per il crollo del Morandi, è arrivata dell'avvocato Fabio Panariello, legale di una parte civile: ora tocca al collegio dei giudici decidere se accettare la richiesta.

Luciano Benetton, che oggi ha 89 anni, ufficialmente non risulta mai essersi occupato di Atlantia visto che a reggere le fila di Aspi era Gilberto Benetton, deceduto pochi mesi dopo il crollo del ponte nell'ottobre del 2018. Spiega ancora l'avvocato Panariello: "Luciano Benetton potrebbe aiutare a chiarire gli investimenti del gruppo per la manutenzione e la conservazione di una struttura fondamentale per Genova e il Nord Ovest quale era il ponte Morandi".

Il legale poi fa il punto sul processo che ha ripreso ieri, mercoledì 11, dopo la pausa estiva: "Stiamo avviandoci a una fase decisionale, il collegio si è riservato sull'ammissione di questa perizia che dovrebbe dire l'ultima parola al contenzioso fra accusa e difesa sulle cause del crollo, nel frattempo verranno ascoltati gli ultimi testimoni e si farà la valutazione delle dichiarazioni spontanee degli imputati".

Panariello poi precisa il fine della nuova perizia: "Chiarire la causa del crollo del Morandi cercando di superare le due ipotesi contrapposta della procura e della difesa degli imputati, e magari a mio avviso escludere la tesi della difesa di una causa congenita risalente già nel '67 e rimasta occultata per quasi 50 anni"

L'avvocato sottolinea quando detto anche dal presidente del collegio giudicante Paolo Lepri che ha detto che le dichiarazioni spontanee degli imputati non sono così determinanti: "Hanno un valore relativo perché non avvengono in  contraddittorio, anche se si spera che qualche imputato possa fare chiarezza, magari con qualche valutazione critica del proprio operato visto che per ora tutti hanno sostenuto la loro estraneità ai fatti, già ieri è emerso che dopo il 2014 qualche informazione sulle criticità la dirigenza l'aveva ottenuta, vediamo ora se finalmente qualche dichiarazione ci sarà".

Panariello poi riassume lo stato del dibattimento: "E' stato un processo complicato ma che il collegio dei giudici ha saputo gestire con tempistiche che hanno garantito i diritti delle parti e tempi rapidi visto che siamo verso la fase di conclusione del primo grado di giudizio. Quando potremmo avere la sentenza? E' difficile dirlo, una delle ipotesi è che il verdetto possa arrivare all'inizio del 2026".

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