Cronaca

Medici Senza Frontiere: "Le autorità italiane continuano a dare credibilità alla Guardia Costiera libica, accusata dall'ONU e da altre ONG per i diritti umani di commettere crimini contro l'umanità"
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GENOVA - "Ancora una volta siamo stati sottoposti a un fermo amministrativo, una decisione disumana e arbitraria impedisce alla Geo Barents di tornare in mare per salvare vite nel Mediterraneo centrale".

E' il comunicato con cui Medici Senza Frontiere commenta il nuovo fermo amministrativo della nave Geo Barents, una decisione anticipata ieri da Primocanale avvenuta dopo lo sbarco avvenuto ieri mattina nel porto di Genova.

"Le autorità italiane hanno imposto un doppio fermo alla nave - spiegano ancora da Msf - il primo provvedimento, previsto dal decreto Piantedosi, prevede un fermo di 60 giorni e si basa sulle ricorrenti accuse di non aver rispettato le istruzioni della Guardia Costiera libica durante il salvataggio di persone in difficoltà in mare. Il secondo ordine di fermo ha fatto seguito a un'ispezione del Controllo dello Stato di approdo (PSC) sulla nave, che ha rilevato 8 carenze tecniche".

"È la quarta volta che la nave di ricerca e soccorso - denunciano ancora da Medici Senza Frontiere - subisce un fermo per aver adempiuto all'obbligo legale di salvare vite in mare e queste misure dimostrano chiaramente che le autorità vogliono impedire che la Geo Barents torni in mare. Le autorità italiane continuano a dare credibilità alla Guardia Costiera libica, accusata dall'ONU e da altre ONG per i diritti umani di commettere crimini contro l'umanità".

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