Cronaca

Marocchino, fuggito da casa da bambino dopo la morte della madre, "Ronnie" a 45 anni racconta la vita in strada, sognando un lavoro e la famiglia che mai avuta. Da oggi su Fb, Instagram, nel banner di Michè su On demand e da stasera alle 22.30 in tv
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GENOVA - Ammette, a 45 anni, di avere sbagliato tutto nella vita. Ma Mohamed, per tutti Ronnie, perché da ragazzo indossava sempre la maglia dell'Inter di Ronaldo, sin da bambino è stato costretto ad arrangiarsi da solo, a contare su sé stesso. E a sbagliare, vivendo di espedienti nei vicoli del centro storico di Genova, dove è finito, è caduto per inerzia e dove ogni giorno è stata una scommessa, senza riferimenti, senza regole, senza nessuna guida, un'adolescenza fatta di furti, di spaccio e di rapine, di prepotenze, spesso nei confronti dei ragazzini bene di Castelletto che scendevano nei vicoli per comprare la droga con le tasche piene di soldi.

Ronnie è arrivato in Italia come minore straniero non accompagnato, era fuggito dal suo paesino nel nord Africa perché dopo la morte della mamma, deceduta mettendo al mondo il quarto figlio, si sentiva solo, abbandonato. E quando il papà si è risposato e ha avuto altri figli lui, con due amichetti, è salito di nascosto su un camion di alcuni giostrai, e si è ritrovato in Spagna, in Europa.
Emigrante non per scelta ma per caso, come tutta la sua vita, la sua infanzia, che lui se potesse cancellerebbe, per ricominciare. Ma ora è tardi e Ronnie alle sue spalle, come svelano i tagli sulle sue braccia, ha tante scelte avventate e sbagliate, lo spaccio di fumo e altri reati minori che lo hanno fatto finire in galera per 12 anni di seguito. Una prigione che per lui non è stato un inferno, perché l'inferno lo conosceva già. "Dietro le sbarre incontravo sempre tanti amici"
 
Fra le sue amicizie più intime anche Carletto Giuliani, con cui quel tragico giorno di luglio del G8 del 2001 era andato a manifestare, anche se lui della sua morte in piazza Alimonda ha appreso solo la sera, guardando Primocanale.


Una vita sbagliata quella di Mohamed in cui il peggio è arrivato mesi fa, quando si è ritrovato in un centro di prima accoglienza, a Bari, perché nonostante sia da trent'anni in Italia lui è ancora clandestino. Colpa sua anche questa, che ogni volta riferiva nomi e nazionalità diverse. E adesso paga tutto, perché la vita prima o poi il conto lo presenta.

Mohamed dopo aver fatto i conti con il suo passato ora appare quasi sereno e sogna un posto di lavoro, magari da cuoco che poi è il suo di lavoro. Poi Mohamed vorrebbe una famiglia, due cose, lavoro e famiglia, che hanno tutti, ma che lui nei suoi 45 anni pieni di errori e vuoti non ha mai avuto.

Da oggi su Fb, Instagram, nel banner di Michè su On demand e da stasera alle 22.30 in tv, a  Primocanale.

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