Fortunato Verduci per ora non andrà in carcere. La Cassazione ha respinto la richiesta del pubbico ministero Patrizia Petruzziello di arrestare il carrozziere di 65 anni che vive a Genova accusato dalla procura di essere l'autore dell'omicidio di Luigia Borrelli, il celebre Delitto del trapano. La donna, infermiera di giorno e prostituta di notte, era stata uccisa 29 anni fa nel basso del centro storico dove riceveva i clienti. Ora la procura si prepara per la richiesta del rinvio a giudizio.
La prova del Dna
Il 2 dicembre, invece, ci sarà il conferimento dell'incarico per il prelievo ufficiale del Dna. Nelle scorse settimane il carrozziere, difeso da un nuovo avvocato d'ufficio Filippo Guiglia, dopo la rinuncia dei legali Nicola Scodnik e Giovanni Ricco, non si era presentato per l'interrogatorio comunicando di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Il quadro "granitico"
Il carrozziere era stato individuato grazie al Dna estratto da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Il profilo era risultato compatibile con quello di un lontano parente, che si trova recluso nel carcere di Brescia, E da lì, facendo combaciare vari elementi, gli inquirenti hanno trovato il codice genetico esatto di quello che per l'accusa è l'assassino. La procura aveva chiesto l'arresto ma sia il gip che il Riesame lo avevano negato pur confermando il quadro "granitico" degli indizi. Secondo l'accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.
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