"Farò il nome del mio stupratore, dirò dove e quando ho subìto violenza sessuale". Lo ha detto Francesca Ghio, tramite il suo legale Michele Ispodamia, dopo che martedì la consigliera comunale della lista Rossoverde aveva denunciato nel corso del consiglio a Genova di essere stata violentata a 12 anni. Il legale intervistato a Primocanale ha riferito che: "ll suo messaggio non era quello giurisdizionale quanto quello di dare coraggio alle donne che si trovano nella stessa situazione o che subiscono violenza di genere e non hanno coraggio di denunciare, la dottoressa Ghio ha voluto esporsi rendendo pubblica una questione privata". Il fascicolo per violenza sessuale aggravata è stato assegnato al pubblico magistrato Federico Panichi, del pool Fasce deboli.
Quando sarà ascoltata in Procura
Non è stato ancora fissato il giorno in cui verrà sentita ma questo sarà il primo passaggio per capire in che anno e per quanti mesi la violenza si sia perpetuata, dove e soprattutto l'autore della violenza. Il rischio prescrizione è però concreto: gli abusi sono andati avanti per lungo tempo ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui è entrata in vigore la legge che raddoppia i tempi per la prescrizione per questo tipo di reati. "I racconti della mia assistita - sottolinea Ispodamia - saranno ampiamente riscontrati con dettagli molto precisi".
La telefonata della Meloni a Ghio
Una telefonata di venti minuti tra la presidente del consiglio Giorgia Meloni e la consigliera comunale di Genova Francesca Ghio, che martedì scorso ha denunciato pubblicamente lo stupro subito a 12 anni da un uomo della 'Genova bene'. "Se avessi assecondato il motivo della sua telefonata probabilmente sarebbe durata pochi secondi. Giusto il tempo di lasciare che mi riportasse i complimenti per il coraggio e la vicinanza per il dolore, ma non ci sto a queste logiche. Non arretro di un centimetro e ho usato anche questa sua chiamata per dirlo. A chi politicamente vuole la mia attenzione, dicendomi che sono stata brava, rispondo che non ha capito l'essenza del mio gesto" scrive.
Il lungo post della consigliera comunale
"Buonasera presidente, sono Francesca e sono morta a 12 anni e anche per colpa di persone come lei che, pur avendo il potere nelle mani, pur avendo gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un'altra parte trovando continuamente un capro espiatorio e deresponsabilizzare le istituzioni, addossando al singolo" aggiunge. "La colpa per evitare di risolvere il problema, nascondendolo dietro parole retoriche: sono figli sani di un sistema malato, non è uno slogan è la realtà quando le soluzioni. Come ho già detto ci serve la volontà politica di applicarle: non farlo è una risposta chiara" scrive.
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