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Sono 116 gli indagati dalla procura di Torino per spaccio continuato di sostanze stupefacenti all'interno del carcere e per aver fatto entrare telefonini all'interno di alcuni penitenziari. Sessantaquattro le perquisizioni scattate questa mattina all'alba che hanno visto impegnati i carabinieri del comando provinciale torinese e il nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria.
Perquisizione in tutta Italia, anche in Liguria
Le perquisizioni nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona, Imperia e Modena, sia presso strutture penitenziarie che in abitazioni private.
Dall'inchiesta è emerso che all'interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino alcuni detenuti avrebbe avuto la disponibilità di numerosi telefoni cellulari, che sono stati individuati e messi sotto controllo dagli investigatori.
I telefonini entravano in carcere con la collaborazione dei parenti
I telefonini erano entrati nel carcere spesso con la collaborazione dei parenti dei detenuti o portati dagli stessi reclusi quando rientravano da permessi di uscita. I cellulari venivano utilizzati per mantenere i contatti non solo con i familiari, ma con persone che dall'esterno organizzavano come far entrare la droga nel carcere, dove c'era un vero e proprio traffico di stupefacenti, che veniva pagato con carte prepagate.
Nel corso delle indagini preliminari ci sono stati sequestri e arresti in flagranza di reato, con il ritrovamento di telefonini e droga nei penitenziari monitorati. Le indagini non hanno evidenziato specifiche responsabilità penali in capo a personale dell'amministrazione penitenziaria in servizio nelle carceri.
IL COMMENTO
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