
C'è anche un genovese tra i cinque arresti andati in scena questa mattina in diverse parti d'Italia dopo le indagini per il tentato omicidio di un 57enne di origini napoletane, da tempo trapiantato a Brescia e con un passato da collaboratore di giustizia.
Gli avrebbero bruciato l'auto per farlo uscire in strada e ucciderlo
Ad Urago Mella, in città, tre anni fa gli avevano bruciato l'auto sotto casa con l'obiettivo di farlo uscire in strada e poi ammazzarlo. È questa la ricostruzione della Dia, la divisione investigativa antimafia, che questa mattina, su mandato della Procura antimafia di Brescia, ha eseguito cinque misure cautelari nei conforti di altrettante persone accusate di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.
Il genovese avrebbe fornito la pistola
Tra loro c'è anche Vincenzo Sarno, 55 anni, uno dei boss dei Sarno di Ponticelli e fermato ad inizio febbraio. Oltre a lui, già in carcere, sono stati arrestati due uomini residenti a Modena e che nel piano omicidiario avrebbero dovuto materialmente sparare all'ex collaboratore di giustizia. Questa mattina una misura cautelare ha colpito un uomo residente a Genova che avrebbe fornito una pistola e un altro che abitava a Brescia e che avrebbe effettuato un sopralluogo ad Urago Mella proprio per identificare l'abitazione della vittima.
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IL COMMENTO
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