
Non una ma tre udienze a Roma della Corte di Cassazione per decidere il futuro di Giovanni Castellucci, condannato in secondo grado per i 40 morti del pullman finito fuori strada sull'autostrada di Avellino nel 2013: tre le udienze fissate il primo e il 4 aprile e poi il giorno decisivo, l'11 aprile.
L'ex amministratore di Autostrade per l'Italia è anche l'imputato principale del processo per la tragedia del Morandi del 14 agosto del 2018 che vede alla sbarra 58 persone e che dopodomani, mercoledì 2 aprile, vedrà andare in scena quella che è una delle ultime udienze della fase istruttoria con il riepilogo degli atti depositati dalla procura, poi ci potrebbe essere un'altra udienza il 9 aprile, in cui si parlerà dell'utilizzabilità degli atti, quindi si andrà al 29 aprile, giorno in cui il Pm dell'accusa potrebbero indicare tempi e modalità della requisitoria, un passaggio importante previsto entro la pausa estiva, entro fine luglio, in cui si chiederanno le condanne degli imputati.
Castellucci è stato anche il protagonista dell'ultima udienza del processo Morandi rilasciando dichiarazioni spontanee per cinque ore. Affermazioni in cui ha ribadito che si sente responsabile ma non colpevole e che le manutenzioni erano svolte con regolarità e senza badare a spese, smentendo poi che nell'Induction del 2010, come denunciato dal teste Gianni Mion, fosse emerso che c'era il sospetto di un difetto di costruzione nel ponte e affermando che era normale autocertificare la sicurezza del ponte con l'azienda affiliata Spea.
Le parole di Castellucci avevano suscitato l'ira dei familiari delle 43 vittime presenti in aula: "La sera della tragedia lui era a cena e io all'obitorio ad aspettare il corpo di mio figlio" ha detto Paola Vicini, mamma di Mirko, l'ultima vittima ritrovata sotto le macerie.
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IL COMMENTO
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