Cultura e spettacolo

E per attirare giovani "valutiamo di coinvolgere TikTokers e influencers, come abbiamo già fatto all'Acquario di Genova e agli Uffizi"
3 minuti e 21 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Un problema di conciliare le agende quello tra Beppe Costa, neo presidente di Fondazione Palazzo Ducale fresco di nomina da parte del sindaco Marco Bucci, e Serena Bertolucci, direttore felice che dal primo gennaio 2019 organizza e coordina tutte le attività del Palazzo. A Primocanale, in una lunga intervista, Beppe Costa ha spiegato che ancora non c'è stato un incontro: mercoledì scorso il primo cittadino ha chiesto la sua disponibilità alle 8 del mattino, poco dopo si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della mostra di Rubens, ma l'ufficialità è arrivata nella giornata di giovedì. Per impegni presi in precedenza, lavorativi e familiari, Bertolucci si trovava fuori Genova fino alla giornata di lunedì. E soltanto adesso dovrebbe tenersi il primo incontro tra i due che si conoscono da lunga data: "Mia zia, Colette Bozzo Dufour, è stata una sua insegnante e abbiamo sempre avuto diversi scambi anche di conoscenze". 

"Appena ci vedremo ci chiariremo, non capisco cosa stia accadendo in questi giorni: se poi resterà o meno direttore di Palazzo Ducale lo capiremo una volta che ci saremo confrontati"

Confronto necessario per poi dedicarsi interamente alla programmazione e proseguire con tutti gli obbiettivi che il Comune di Genova e il nuovo Cda si sono già prefissati da qui ai prossimi due anni e mezzo. Il passaggio di consegne non è passato, infatti, senza alcune polemiche: sui social Luca Bizzarri ha commentato amaramente le motivazioni addotte da Bucci, "siamo tutti pro tempore", alludendo invece a possibili motivi politici per il mancato rinnovo della presidenza. E anche la stessa direttrice, che alla stampa ha detto di non voler rilasciare dichiarazioni, via Facebook non ha nascosto un po' di stupore e preoccupazione.

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A suscitare anche alcune critiche è stata la frase "I genovesi tornino a riappropriarsi di Palazzo Ducale" che molti cittadini hanno interpretato come un attacco all'operato di Bertolucci-Bizzarri. 

"Da Nervi a Vesima, da Struppa a Pontedecimo: vorrei che con tutte le strutture del territorio tutti i cittadini si sentissero parte di Palazzo Ducale, portassero nuove idee e organizzassero contenuti coordinati con tutti gli enti culturali"

Più presenza sul territorio, più network e anche più marketing: spiega così la sua vision Beppe Costa che con la sua esperienza di gestione dell'Acquario Village, con la rete di Opera20 e con il suo background vuole attirare sempre più cittadini a Palazzo, Palazzo che nonostante la pandemia è comunque sempre rimasto attivo, con un calendario fitto di iniziative, dai cicli di incontri gratuiti nella Sala del Maggior Consiglio, ai festival divenuti ormai appuntamento tradizionale, alle mostre che dovranno sempre più guardare anche al Novecento, secondo quanto già anticipato da Francesco Berti Riboli a Primocanale.

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E per attirare più giovani il trucco potrebbe essere quello di invitare TikTokers e influencer.

"Come abbiamo già fatto, invitando Chiara Ferragni all'Acquario di Genova e agli Uffizi, dobbiamo guardare molto a iniziative di questo tipo per far vivere anche ai nostri studenti universitari e non solo le attività di Palazzo Ducale"

I numeri - secondo Costa - hanno subito una flessione inevitabile a causa del Covid, per cui ha già lanciato tra i suoi contatti una vera e propria call, per ricevere nuovi spunti e idee e rilanciare così il Palazzo tra i genovesi. E c'è chi ha posto il tema 'conflitto di interessi', visti i tanti incarichi ricoperti da Costa, a partire da quello di presidente di Costa Edutainment, che gestisce l'Acquario di Genova, la Biosfera e il Bigo.

A questo, però, Costa ribatte che è abituato a vivere nei conflitti di interessi: "Riesco ad essere anche in ambito portuale presidente di società concorrenti, non parliamo in quello culturale. Ci sono strumenti e modalità per operare in maniera serena e tranquilla, i miei compiti sono poi diversi e mi consentono di essere presidente senza prendere decisioni di natura commerciale. Posso fare tante cose soltanto grazie ai manager che responsabilizzo molto e ai collaboratori di ciascuna squadra". 

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