Genova e le Cinque Terre brilleranno nella notte delle stelle: ‘Luca’ il film del genovese Enrico Casarosa ambientato in un immaginario paesino dell’estremo levante ligure, Portorosso, ha ottenuto la nomination all’Oscar nella categoria ‘Miglior film di animazione’ e la notte del 27 marzo, quando si terrà la cerimonia, dovrà vedersela con ‘Encanto, ‘Flee’, ‘The Mitchells vs. the Machines’ e ‘Raya and the Last Dragon’. Ma non è l’unica buona notizia per il cinema italiano perché anche Paolo Sorrentino è entrato nella cinquina finale, ovviamente per il miglior film straniero, con ‘E’ stata la mano di Dio’.
Andrà come andrà, ‘Luca’ continuerà ad essere – al di là del valore artistico, pure non indifferente – un formidabile veicolo di promozione turistica. Merito di Casarosa, certo, ma anche della ‘Pixar’, la casa che lo ha prodotto e che ha rivoluzionato il cinema di animazione - nella forma e nei contenuti - alzando l’asticella di ciò che questo genere può raccontare sullo schermo e mai aveva raccontato prima, da ‘Toy story’ a ‘Cars’ e da ‘Ratatouille’ ad ‘Up’ fino a ‘Soul’, affrontando temi come la memoria, l’elaborazione del lutto, le proprie radici e il senso della vita accettando magari di perdere per strada una parte del pubblico più giovane ma compiendo comunque una scelta che nel tempo si è dimostrata vincente, tanto che da quando è stato istituito l'Oscar per il miglior film d'animazione (2002, quindi venti edizioni fa), di statuette ne ha portato a casa undici.
E chissà che la prossima non possa arrivare proprio da ‘Luca’ che racconta una storia a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quella di due amici che nascondono un grande segreto: non essere bambini comuni ma mostri marini che vivono sott'acqua desiderosi di scoprire cosa si trovi al di sopra della superficie del mare. Luca è timido e introverso, rispettoso della regola principale del suo mondo, non salire in superficie, mentre Alberto è un ribelle che lo convince a seguirlo tra gli umani dove Luca scoprirà che i tanti pericoli che credeva di trovare in superficie sono infondati finendo per godersi appieno questa ventata di libertà.
Anche qui, come sempre nei film targati ‘Pixar’, non un semplice divertissement ma una storia che parla di tante cose: la paura del diverso da noi, la reciproca diffidenza tra chi non si conosce (da un lato gli abitanti della terraferma, dall’altro quelli degli abissi), l’amicizia e la magia delle tante estati della nostra infanzia che Casarosa ha ricostruito sulla base dei ricordi personali. E se pure non rinuncia ai classici stereotipi sull’italianità li rielabora in maniera divertita e non fastidiosa. Insomma un film da vedere, nell’auspicabile speranza che sulla scia di questa nomination ritorni presto in sala.
IL COMMENTO
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