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"Tre approcci completamente diversi hanno messo in luce come sia estremamente probabile che già nel mese di dicembre ci fossero casi di covid nella nostra regione". Partendo dalla preparazione dei modelli predittivi, usati durante l'emergenza per capire il movimento dell'epidemia in funzione delle necessità del sistema sanitario, sono stati due i progetti di studio sviluppati. "Una prima valutazione è stata andare a vedere a ritroso se immagini specifiche per la patologia covid fossero presenti nei pazienti liguri precedentemente i primi casi registrati. I colleghi radiologi hanno evidenziato come il 27 dicembre già una Tac fosse piuttosto compatibile con una malattia da covid e, avvicinandosi ai primi casi, il numero di tac molto probabilmente legate a covid andava aumentando", ha proseguito Ansaldi
Dalle analisi delle radiologie sono emersi cinque casi di esami polmonari con una situazione altamente compatibile con una malattia da Covid-19 a dicembre. I casi altamente probabili diventano venti a gennaio, a cui se ne aggiungono altri 42 probabili. E che il coronavirus circolasse in Liguria già a inizio dicembre, lo confermano i primi risultati dei test sierologici sui donatori di sangue, che a regime saranno oltre 20mila: nove donatori, cinque nell'area metropolitana genovese, quattro nel savonese, sono risultati positivi all'IgG già a dicembre, mentre altri 13 lo sono risultati a gennaio.
"I primi casi di Covid-19 in regione Liguria sono da attribuire a tempi più lontani rispetto anche al paziente 1 di Codogno", ha detto a proposito il governatore ligure, Giovanni Toti, commentando lo studio di Alisa da cui emerge che le prime tracce di presenza del virus nella regione risalirebbero a dicembre. "E' segno che la nostra regione è stata investita molto presto dall'epidemia, ma ha retto sostanzialmente bene, nonostante le difficoltà", ha concluso il governatore ligure.
IL COMMENTO
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