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I sindaci hanno incontrato il ministro Fitto e ribadito la necessità che le risorse economiche del piano vengano confermate: "Le opere devono andare avanti". Toti a Fitto: "Serve strumento di backup condiviso"
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di Andrea Popolano

GENOVA - "Non abbiamo nessun timore perché queste risorse sono già state formalmente assegnate e contrattualizzate. Che cosa vuol dire che ci sono delle obbligazioni giuridiche vincolanti esigibili dei ministeri nei confronti del Comune di Genova che finanziano questi interventi con il Comune che si deve impegnare a realizzare questi interventi entro determinate scadenze". L'assessore ai Lavori pubblici e al Bilancio del Comune di Genova Pietro Piciocchi spazza via ogni possibile polemiche attorno al caso della rimodulazione dei fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) assegnati dal governo alla città per la ripartenza dopo il Covid. 

Nelle scorse ore il governatore della Liguria Giovanni Toti ha incontrato il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto. "È indispensabile uno strumento di backup condiviso, tale da consentire a chi ha idee più chiare e situazioni territoriali più coerenti di avere risorse lasciate libere da altri che avessero maggiori difficoltà a spenderle" ha spiegato il presidente di Regione Liguria. I sindaci dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) hanno apprezzato l’interlocuzione con il governo, alla vigilia della discussione con Bruxelles della proposta di nuova distribuzione delle risorse Pnrr. "In questa fase del confronto - ha dichiarato il presidente dell'Anci Antonio Decaro - abbiamo invitato il governo a non fare una valutazione indistinta ma a esaminare i singoli progetti per quanto riguarda la loro ammissibilità, con particolare attenzione ai Piani Urbani Integrati che i sindaci ritengono debbano rimanere nell’ambito Pnrr"

Per il momento però dalla rimodulazione annunciata non sono previsti tagli per Genova come spiega il vicesindaco Piciocchi con le risorse comunque al momento garantite: "Quindi questi fondi se noi rispettiamo i nostri tempi così come stiamo facendo, non sono in alcun modo revocabili. Dopodiché, se la polemica è che il governo sta facendo una rimodulazione dei propri programmi di spesa, ha tutto il diritto di farlo. A me non interessa niente che un progetto sia finanziato con Pnrr con risorse a carico del bilancio dello Stato. A me interessa che le risorse che ci hanno già erogato vengano mantenute in modo da poter finalizzare gli interventi. Sarà sicuramente così".

Il Comune di Genova ha presentato insieme al Municipio Val Polcevera il piano di recupero di Villa Pallavicini a Rivarolo proprio grazie a quasi 6 milioni in arrivo dal Pnrr. Un immobile abbandonato da anni e lasciato al degrado, i lavori partiranno a gennaio. Al suo interno troverà sede l'anagrafe e diversi uffici pubblici compreso un museo della valle (leggi qui)

Per la città di Genova il Pnrr ha previsto 120 progetti per un valore assegnato di circa 680 milioni suddivisi in quattro ambiti di intervento. Da questi sono esclusi i piani legati alla mobilità. I quattro ambiti di intervento previsti sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo per un totale di 9,3 milioni di euro. Rivoluzione verde e transizione ecologica per 278,5 milioni di euro. Istruzione e ricerca per 12,1 milioni di euro, inclusione e coesione per 250,2 milioni di euro. A questi poi si aggiungono anche 75,5 milioni di euro del piano nazionale complementare (pnc) e 53 milioni del "decreto aiuti".

"Quindi - prosegue Piciocchi - non sono assolutamente preoccupato né su questo intervento di Villa Pallavicini, né su tutti gli altri che sono finanziati sulla stessa linea che si chiama 'piani urbani integrati' su cui c'è tutta la discussione a livello romano e che noi stiamo già implementando sia nella Valpolcevera che nella delegazione di Sampierdarena. A fine maggio lo stesso assessore aveva spiegato che dei progetti in corso l'80% era già stato banditi con il 70% delle risorse impegnate e 25% già spese.

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