GENOVA - Secondo consiglio regionale senza il presidente di Regione Liguria (sospeso) Giovanni Toti, e anche in questo caso l’atmosfera in aula è stata da subito surriscaldata. Partiamo dalla fine: l’aula ha approvato con 17 voti favorevoli e 12 contrari il finanziamento da 57 milioni di euro per la nuova diga foranea di Genova. Si tratta del secondo lotto. Dopo il terremoto giudiziario del 7 maggio scorso, che ha coinvolto il governatore, agli arresti domiciliari, al centro del dibattito c’è stato per tutta la giornata il futuro della diga, con un finanziamento da 57 milioni di euro. Agli arresti domiciliari, insieme al presidente Toti, anche il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, l'imprenditore genovese Aldo Spinelli e l'ex presidente dell'AdSp del mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini (condotto in carcere il 7 maggio ndr). Nello scorso consiglio maggioranza e minoranza si sono confrontati sull'arresto di Toti, con l'opposizione che invocava le dimissioni e i partiti di centrodestra che facevano fronte comune intorno alla figura del governatore. E il passo indietro non è stato contemplato.
Nella giornata odierna invece, la maggioranza è stata sottoposta alla prova del voto sul "decreto omnibus", che annuncia un impegno di speso di 57 milioni di euro, finanziato attraverso un mutuo, per la Diga di Genova. L'obiettivo è quello di dare il via libera necessario per la "fase B" della diga stessa. La giunta regionale ha infatti approvato un disegno di legge che prevede un contributo massimo di 57 milioni per il 2025, destinato all'Autorità di Sistema portuale del mar Ligure occidentale. Questo finanziamento supporterà il completamento del secondo lotto della nuova diga foranea del porto di Genova. Si tratta dell'intervento alla linea di protezione che dovrebbe lasciare più spazio acqueo.
Non si tratta di fondi del Pnrr ma di un fondo complementare, che deve chiudere il ciclo delle opere. L'obiettivo della giunta regionale guidata da Alessandro Piana è quello di trasmettere un'immagine di operatività, e per farlo è chiamata a mostrare compattezza durante il voto di oggi. "Diamo seguito a un dl attuato nel 2018 a seguito crollo di ponte Morandi, che individuava opere strategiche per il porto - ha spiegato il presidente ad interim Alessandro Piana -. Ottemperiamo a impegni presi con il Mit, il Mef, AdSp e la struttura commissariale. Questo finanziamento serve per far iniziare l'opera a luglio, perché ci sono scadenze ben precise". La maggioranza ha avuto bisogno di compattarsi? Chiesto al presidente facente funzioni. "Non c'è stato bisogno di compattarci, questa è un'occasione storica dal punto di vista infrastrutturale per Genova - risponde Piana -. Chiariamo: oggi noi votiamo la disponibilità ad accendere un mutuo per appaltare l'opera, mutuo che forse non accenderemo, anche perché non avverrà domani, ma è doveroso provarci". L'obiettivo è quello di non mostrare titubanze e situazioni di stallo a livello politico, così la maggioranza fa quadrato attorno al finanziamento da 57 milioni di euro.
Nel frattempo è stata confermata la cerimonia per la posa del primo cassone che, auspicabilmente, sarà in tono minore dopo il terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla Liguria. Per l'occasione il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è atteso a Genova venerdì 24 maggio, nel pomeriggio, accompagnato dal suo vice, il genovese Edoardo Rixi. Dai vertici del Mit e della Regione si aspettano, vista anche la delicatezza del momento, altri esponenti del governo, delle altre forze politiche. Rispetto al voto in aula, invece, non sono attesi colpi di scena da parte della maggioranza, che prima di entrare in aula ha partecipato a un briefing per non farsi trovata impreparata. D'altro canto le opposizioni danno battaglia, perché sul disco verde al "decreto omnibus" la mossa è quella dell'ostruzionismo. E a dimostrazione di ciò le dichiarazioni, in questi giorni, da parte dei gruppo consiliari di centrosinistra. "Si tratta di un'operazione al cieca in una situazione di completa instabilità e di stallo politico" attaccano le minoranze.
Relatore di minoranza, per il Partito Democratico, il consigliere regionale Enrico Ioculano. "Noi siamo stati chiarissimi, una diga funzionale nel porto di Genova, in quello più importante d'Italia, è assolutamente necessaria ma serve trasparenza per capire se ci sono stati atteggiamenti poco chiari, e se le decisioni sono state prese non nell'interesse della collettività ma nell'interesse di pochi - ha spiegato Ioculano -. Se il viceministro Rixi manda gli ispettori dal Mit è perché ha dei dubbi, e se li ha lui, perché non dovremmo averli noi? È evidente che oggi non si può approvare un mutuo da 57 milioni di euro sulla base di questi elementi". Secondo il consigliere dem il rinvio di alcune settimane è ininfluente perché i ritardi non sono attribuibili al Pd. "Ieri abbiamo chiesto di abrogare l'articolo che prevede il mutuo per aspettare l'esito degli ispettori del Mit e invece il centrodestra ci ha chiuso la porta perché vogliono dimostrare di saper andare avanti, ma saranno settimane difficili".
"Andava fatto lo stralcio perché i rilievi dell'Anac, quello che ha dichiarato l'ingegner Silva ma soprattutto il contesto che stiamo vivendo nella nostra regione non permettono la votazione di un atto così compatto - ha attaccato il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Fabio Tosi -. Noi abbiamo sempre sostenuto che questa giunta doveva terminare il giorno dopo l'arresto, non siamo contrari all'opera ma siamo contro questa strada che fa lievitare i costi dell'opera, e le varie criticità emerse dagli esperti del settore". Secondo il consigliere pentastellato su alcuni su fondali non c'è la tranquillità per portare avanti quest'opera. La maggioranza però sembra solida. "Sembrano solidi perché vogliono andare avanti, forse anche perché non hanno un candidato per le prossime elezioni (ride ndr). Questa è una forzatura perché non c'è tranquillità politica per un atto così importante" prosegue Tosi. "Si tratta di un'opera finita nell'inchiesta che ha portato il presidente della Regione agli arresti domiciliari - ha rimarcato il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino -, è un'opera contestatissima dall'Anac e dalla Soprintendenza, che non sono di sinistra". Compatti e a favore del mutuo da 57 milioni di euro tutti i partiti di centrodestra, dalla Lista Toti a Fratelli d'Italia, passando per Lega e Forza Italia.
IL COMMENTO
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