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GENOVA - 91 giorni dall'ultima intervista nel suo ufficio, l'ormai ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti negli studi di Terrazza Colombo ha fatto il punto dopo tutta la maxi inchiesta che ha travolto la Liguria e le sue dimissioni, mettendo al centro il futuro politico della coalizione di centrodestra e della regione. 

Si ricorda dove eravamo rimasti, quel 6 maggio 2024?
Avremmo dovuto partecipare all'apertura di un brand importante a Ventimiglia, segno dell'attrattività della Liguria cresciuta in questi anni, poi sarei dovuto andare a visitare l'ospedale di Bordighera, ecco dove eravamo rimasti e spero che da lì la faranno ripartire i liguri dopo l'appuntamento con le urne il 27-28 ottobre.

Come ha vissuto gli arresti domiciliari?
Ho vissuto questi 90 giorni come un incidente, ti rimbocchi le maniche e poi cerchi di capire come uscirne. Mi è certo sembrato strano come un'inchiesta aperta nell'estate 2020 sia arrivata a maggio 2024, con un'ordinanza di custodia cautelare, con reati che nessuno ci aveva mai contestato, con capi d'accusa come il voto mafioso per un mio collaboratore - cosa che mi sembra strampalata. Io continuo a ritenere che vedo un'inchiesta dove non vedo atti illegittimi come tutti gli atti urbanistici e portuali, come i versamenti regolarmente tracciati dei nostri sostenitori. E voi lo sapete bene con una cena a Villa Lo Zerbino davanti a tutta la stampa che avete trasmesso in diretta dove c'erano diversi esponenti del mondo imprenditoriale che ci hanno finanziato economicamente in vista della prossima campagna elettorale. All'inizio capisco che l'opinione pubblica da casa abbia solo la versione di chi ti sta accusando, ma non avendo preso un euro ed essendo orgogliosamente più povero di quando facevo il direttore di due tg a Mediaset, con tutti i benefit, io continuo a non essere d'accordo di aver commesso reati.

Io ce l'ho con una politica che da 30 anni svilisce se stessa, non con i magistrati che applicano le leggi interpretandole, non come io le interpreto, ma che fanno il loro lavoro. 

Se per tutti i lunedì qualcuno inquadra lei che esce tutti i lunedì con una sua collega d'ufficio, qualcuno potrebbe pensare che lei abbia una predilezione per quella collega. Se poi si allarga l'inquadratura e si vede che invece frequenta tante altre persone, ecco che cambia la prospettiva. Io credo che nessun imprenditore - portuale e non solo - si possa essere sentito in questi anni snobbato dalla nostra politica, se nessuno dei colleghi lamenta comportamenti discriminanti, se le firme sono state messe tutte al posto giusto, se i finanziamenti sono stati tutti tracciati, tutto questo come si incastra in un'inchiesta di corruzione? Aspetto che un tribunale me lo spieghi. 

Adesso in vista delle elezioni regionali, come vede le prossime mosse del centrodestra?
Io ho incontrato molti leader locali, ho già sentito e vedrò i leader nazionali, io sarò nella partita della coalizione di centrodestra per dare una mano e appoggerò chiunque i partiti sceglieranno come candidato presidente, stiamo ragionando su un'unica grande lista civica di liste come quella di Vince Genova del sindaco Marco Bucci o del sindaco Pierluigi Peracchini, spero che i partiti possano continuare a contare su una stampella civica e che non si cambi indirizzo. Io credo che il candidato ideale debba essere in continuità, oggi la Liguria è cresciuta, è una regione che ha aumentato il proprio Pil, ha diminuito la disoccupazione, ha registrato una forte crescita economica riconosciuta da tutti. Di certo non è la visione dell'onorevole Andrea Orlando che ci riporta ad un trapassato remoto, oggi il Pd è il partito della cultura del sospetto nei confronti di chi lavora a tal punto da cacciare l'avvocato Ermini. Io vorrei un candidato che urlasse ai quattro venti che dobbiamo continuare su questo passo.

Ci vorrà ancora qualche settimana per trovare il candidato, ma nel momento in cui la coalizione è unita, non credo ci saranno particolari problemi. E la lista civica la potremmo chiamare "Modello Liguria", per ricordare quanto fatto in questi anni

Spesso le contestano la gestione della sanità...
La sanità dopo il Covid è in crisi in tutta Europa. La Liguria è tra il quinto e sesto posto per i Lea, che la pone in una buona posizione in classifica. Si può fare di meglio, sì. Si può fare investendo di più sulla sanità, no. Integrare le farmacie, appoggiarsi anche al privato, aumentare gli stipendi nel pubblico, prima di investire in sanità bisogna riformare il sistema meritocratico sanitario, altrimenti è inutile. I liguri sappiano che se la sanità è la cosa peggiore che abbiamo fatto, la sanità in Liguria è migliore di tante altre regioni.

Come mai ha scelto di dimettersi e non aspettare il ricorso in Cassazione?
Forse la Cassazione mi avrebbe dato ragione, forse no, ma sarebbe stato un braccio di ferro lunghissimo coi magistrati sulla pelle della Liguria. Per la prima volta qui è accaduto che i magistrati abbiano posto una questione politica. Per la politica amministrativa, toccherà ai liguri giudicare se questi 9 anni senza turisti, crociere, concertoni, aerei all'aeroporto, una Liguria da anni Settanta senza le fabbriche degli anni Settanta sarebbero stati meglio, cambiando completamente strada alle urne del 27-28 ottobre. Questa è una scelta di campo, o la Liguria continua a progredire guardando San Diego e Miami, oppure torna a guardare a Soci, città russa dei circoli operai.

Ha citato l'aeroporto, come vede quanto accaduto nelle scorse settimane?
La partita dell'aeroporto l'ho guardata da lontano, soci come Msc non si trovano dall'oggi al domani. Capisco che fare una gara pubblica mette al riparo tutti da possibili polemiche, ma credo che oggi per le prospettive che ha e la concessione in scadenza l'aeroporto Colombo oggi abbia un valore talmente basso e il Gruppo Msc che per crociere, treni Italo e cargo avrebbe meritato una certa considerazione in più. Io mi auguro che il comandante Aponte e il presidente Lavarello che si è dimesso siano ancora della partita, anche se mi sembra di vedere in piccolo quanto già accaduto con Alitalia. 

Se dovesse tornare a fare politica, come farebbe se un imprenditore decidesse di finanziarla? 
Sui finanziamenti privati ai partiti, deciderà il Parlamento. Il mio processo sancisce qualcosa di fondamentale, due imprenditori sono seduti davanti a me a chiedere di velocizzare una pratica, chi ha finanziato il mio operato fa un atto di corruzione, chi no compie una legittima richiesta. Così non va bene. Nel frattempo, stiamo vedendo cosa accade negli Stati Uniti, mentre io ero agli arresti domiciliari, in America si festeggiavano i sostenitori che facevano a gara per appoggiare Kamala Harris. In America le più grandi raccolte fondi sono di lobby ambientaliste, con persone che donano al proprio candidato preferito centinaia di migliaia di dollari. 

Lei sa che non credo al fatto che farà l'editorialista, almeno non a lungo: cosa farà "da grande"? 
Non ho nessun contratto con Mediaset, per un po' lavorerò sulle carte del processo assieme al mio avvocato Stefano Savi, non mi tirerò indietro sul dare una mano alla coalizione di centrodestra, se non cambierà la linea che abbiamo dato. Sul rigassificatore, capisco la pressione dei colleghi savonesi, anche se riesce a fare peggio il centrosinistra, con Orlando che attacca questa politica di non aver fatto nulla sull'industria e poi vede in spiaggia una catena umana a opporsi al rigassificatore. 

Ho fatto 9 anni senza fare un giorno di ferie, ho scritto anche qualche capitolo di un libro, ma scrivendo libri non si campa, lo accomunerei più ad un hobby. Il rimpianto è di non aver dato maggiore flessibilità al sistema della pubblica amministrazione e sulla sanità, avrei voluto vedere più ospedali costruiti, dare una scossa alla rivalità tra pubblico e privato. Il momento di cui vado più orgoglioso è stata tutta la gestione del Ponte Morandi e la ricostruzione del ponte San Giorgio.