Porto e trasporti

Incontro con il presidente Mauro Vianello
1 minuto e 52 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

 

GUARDA L'INTERVISTA INTEGRALE 

 

GENOVA - Ente Bacini di Genova si appresta a chiudere l'anno con ricavi record nella sua storia, di circa 12 milioni (8 milioni il semestrale di agosto), con ordinativi che arrivano al 2024 "ma se avessimo dieci bacini invece che 5 li riempiremmo tutti" spiega il presidente Mauro Vianello. Che, come la maggior parte degli operatori del porto di Genova, chiede spazi per espandersi e si accinge ad usare 30 milioni di finanziamento dell'Autorità portuale (che detiene il 98% delle sue quote), con un rifacimento dei bacini 4 e 5 e con altre opere tra cui un riempimento tra questi due bacini e l'allungamento del pontile detto Chernobyl. 

 

"Noi abbiamo bisogno di spazi e stiamo studiando insieme a Confindustria, e coinvolgendo anche gli altri addetti al settore delle riparazioni navali, un progetto di una piattaforma da circa 200mila metri quadrati da attaccare alla nuova diga foranea di Genova, insieme agli altri operatori, così per fare insieme massa critica, non litigare, condividere" spiega quando gli chiediamo come mai abbiano coinvolto anche altre realtà come Amico o San Giorgio del porto. Ma non limiterebbe lo spazio di evoluzione delle navi, il cui ampliamento è proprio il presupposto della diga spostata più al largo? "Non si preoccupi che studieremmo tutto in modo preciso e quando dovessimo presentare il progetto vorrà dire che è tutto a posto". 

 

 

"Se poi nel nuovo piano regolatore portuale si liberassero altri spazi per incrementare, non per sostituire i nostri bacini, allora benissimo...". 

Gli chiediamo se non si senta un pesce fuor d'acqua sotto le case di Carignano, accanto allo yacht club, vicino al nuovo waterfront di Levante: "No, non inquiniamo, le navi che arrivano devono spegnere tutto e attaccarsi alla nostra corrente, siamo stati i primi a farlo, e poi non facciamo polveri e rumori, creiamo 3000 posti di lavoro. E da qui non andiamo via, perchè costerebbe almeno 2 miliardi e nessuno mi dica che è una cosa fattibile. Certo, se mi dicessero che mi fanno trovare il "pacchetto pronto" cioè i nostri spazi altrove allora perchè no? Ma a questi costi  non credo che sia fattibile, che sia realistico, e qui non ci si può certo permettere di cancellare posti di lavoro, lo sanno tutti, dal presidente del porto, al sindaco, al presidente della Regione...".