Porto e trasporti

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di Matteo Cantile

Il porto di Genova va verso il futuro con 2,2 miliardi di fondi che serviranno per 27 macro interventi tra cui Diga Foranea, Terzo Valico, opere di mitigazione di rumore e inquinamento, Hennebique, viabilità interna, aumento della capacità ferroviaria, waterfront di Levante, elettrificazione delle banchine. Sullo stato dei progetti fanno il punto congiuntamente, a Palazzo San Giorgio, il presidente dell'Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, il sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione Marco Bucci, il presidente della Regione Giovanni Toti.

"Oggi scadono i 36 mesi disposti dalla legge Genova - è la premessa di Signorini - per attuare le aggiudicazioni di tutte le opere di riqualificazione del porto di Genova e, per quanto possibile, la relativa cantierizzazione. Si tratta di una scala di interventi certamente epocale, per questo vale la pena di fare un punto per fare capire alla città a che punto siamo.

"Il porto pre Morandi e, ovviamente, pre pandemia, era in crescita. Nel 2021, dopo una situazione di contrazione, siamo tornati a recuperare quote di traffico. Il nostro piano di cambiamento del porto supera, nel bilancio previsionale 2022, i 2,2 miliardi di Euro: questo fa di noi - argomenta Signorini - una delle principali stazioni appaltanti del Paese. Finora siamo riusciti a rispettare i piani di aggiudicazione per le opere, fatto salvo qualche ritardo nel difficilissimo 2020, ma nel 2021 abbiamo recuperato anche su questo fronte. Quasi tutte le opere fondamentali sono aggiudicate e i loro lavori sono avviati. I macro interventi che abbiamo messo in programma sono 27, abbiamo già avviato 20 cantieri, fatto che giudico non irrilevante; tutte le amministrazioni genovesi e liguri hanno profuso ogni sforzo per bandire 62 gare, 34 di questi appalti complessi, 39 gare sono state assegnate. Prometeia ci ha aiutato a capire quale sia l’impatto di questi cantieri sul territorio circostante: le grandi opere sono senz’altro invasive e fastidiose ma, in compenso, garantiscono una ricaduta nei prossimi 4 anni molto significativa; 22 mila persone globalmente saranno coinvolte direttamente nei cantieri, il valore aggiunto diretto, cioè redditi e capitali da lavoro, è di 1 miliardo. Oggi stanno lavorando nei cantieri 1.700 persone".

Il sindaco di Genova e commissario alla ricostruzione Marco Bucci sottolinea: "La realtà è che noi stiamo disegnando l’infrastruttura porto-città dei prossimi 40-50 anni. Stiamo pensando alla Genova delle prossime due generazioni ed è bello che la gente sappia che di questo ci stiamo occupando. Dal porto all’aeroporto fino alla transizione ecologica al digitale, in questo piano c’è tutto: è come costruire dieci ponti Genova San Giorgio, uno dopo l’altro. Tutta la città si sta sforzando e anche i cittadini si dovranno sforzare per sostenere questo programma di trasformazione: i cantieri danno fastidio ma stiamo lavorando al nostro domani. A Genova nel prossimo futuro avremo cose che non ci sono altrove, tra queste la nuova diga. La ricaduta economica è connessa anche a nuove aree che si potranno sviluppare visto che avremo più spazi per il business e per la città. L’evoluzione è continua: oggi iniziamo così ma vedremo presto nuovi piani e nuovi investimenti. Ringrazio il Governo per avere creato la struttura commissariale che ha saputo aiutare l’Autorità portuale in un lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere questi importanti traguardi. Questo modo di lavorare noi vogliamo continuare a portarlo avanti per non perdere tutte le altre opportunità, a partire dal Pnrr".

Per parte sua, il presidente della Regione Giovanni Toti osserva: "Questa non è una conferenza stampa nella quale cerchiamo di presagire il futuro, come quelle che riguardano il Pnrr: da noi il Pnrr è arrivato con tre o quattro anni di anticipo, per questo il futuro ci sta già bussando alle porte. Basta percorrere il nostro waterfront tra levante e ponente per vedere quante gru siano già al lavoro. Spero che a nessuno sfugga la rivoluzione che stiamo vivendo: dal terzo valico al waterfront, dal silos Hennebique ai binari e alle strade, Genova sta cambiando faccia. Questo è solo l’antipasto, di per sé sostanzioso, di quello che potrà essere il futuro di città e regione".

"Il modello Genova - prosegue il governatore - cominciava a notarsi anche prima della miracolosa ricostruzione del ponte Genova San Giorgio: il modello non è solo legislativo, per quanto una riduzione della burocrazia sia utile: certe cose riescono quando le amministrazioni intendono quello che fanno come un servizio per la comunità. Il modello Genova prevede la messa in campo di obiettivi che quando vengono centrati sono utili per l’intera comunità e quegli obiettivi e il loro raggiungimento sono il premio per quelli che ci lavorano. Genova oggi si sente come la Berlino post muro, non è solo cemento, ferro, bulloni ma è lo spirito della città che vogliamo".