Porto e trasporti

L'appello dei lavoratori: "L'inflazione ci ha mangiato lo stipendio, vogliamo il nuovo contratto di lavoro"
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GENOVA - Secondo giorno di sciopero con presidio ai varchi di accesso del porto da parte di circa 4mila lavoratori dello scalo portuale genovese. Dopo la giornata di giovedì il bis in questo venerdì. Al centro della protesta il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto lo scorso 31 dicembre. Il negoziato in questi mesi è andato avanti senza però arrivare a una soluzione condivisa. Per questo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto lo stop dal lavoro per 48 ore. Per ora le distanze tra sindacati e parti datoriali sono ancora ampie. Oggi l'assemblea dei lavoratori alle 11 all'interno dei varchi Etiopia

I lavoratori portuali già dalle prime ore di giovedì hanno chiuso l'accesso ai varchi portuali di Etiopia, Psa G.P e varco di Ponente. Nessun corteo ma i mezzi pesanti in arrivo sono stati deviati e dove possibile informati in anticipo della chiusura dei varchi. Traffico scorrevole lungo la viabilità cittadina con gli agenti della polizia locale chiamati a gestire e regolare la viabilità. È rimasto aperto l'ingresso di varco Albertazzi per permettere a chi deve imbarcarsi per i traghetti in partenza di accedere al porto. 

L'astensione del lavoro riguarda tutti i lavoratori operativi e amministrativi dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e di tutte le aziende di servizi che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro porti (Fuorimuro e Geam). Lo stato di agitazione è scattato lo scorso 11 marzo. Ad aprile poi lo sciopero che ha sollevato l'attenzione sul tema.

Francesco Bottiglieri, segretario regionale Fit Cisl spiega la situazione: "Le proposte arrivate fino a questo momento sono offensive, ci è stato proposto un aumento di 25 euro di welfare. Noi abbiamo chiesto un aumento irremovibile del 18%. Si può discutere sulle modalità in cui devono essere distribuiti e spalmati ma non sulla necessità dell'aumento del 18%". Se non si arriverà a una soluzione le proteste potranno andare avanti anche nei prossimi mesi, spiegano i sindacati. Fabio Ferretti, funzionario Fit Cgil Genova: Vogliamo dare un segnale forte alla città, nel contempo come abbiamo spiegato non vogliamo creare problemi alla città e per questo abbiamo garantito l'accesso all'imbarco traghetti. Abbiamo bisogno che questi lavoratori che si sono impegnati durante la pandemia recuperino quello che l'inflazione li ha tolto. Il contratto è fermo da troppo tempo". Stefano Degl'Innocenti, funzionario Uiltrasporti: "La distanza è ancora molto ampia perché le proposte sono insufficienti". Massimo Rossi coordinatore regionale Fit Cisl Liguria: "Sono dieci mesi che la trattiva sta andando avanti, l'aumento richiesto è riferito all'inflazione che è andata a erodere gli stipendi dei lavoratori del porto".  

Oggi lo stipendio medio in Italia che può percepire un operaio portuale è di circa 21 mila euro lordi annui. Il contratto collettivo nazionale di lavoro prevede sette livelli di remunerazione, divisi a seconda delle competenze e delle responsabilità assegnate a questi professionisti. I neoassunti vengono inquadrati nel settimo livello, il più basso, e ricevono un salario più limitato. Il valore medio si riferisce agli operai portuali di quarto livello, coloro che devono portare a termine le classiche attività di sbarco e imbarco delle merci e che gestiscono il loro trasferimento. Gli operai più specializzati come, ad esempio, gli operatori di gru, sono invece inquadrati nel terzo livello e hanno diritto a una retribuzione media di circa 23 mila euro annui. I primi due livelli di inquadramento, infine, sono destinati a impiegati, supervisori e funzionari dell’autorità portuale. Questi professionisti possono arrivare a guadagnare in media anche 30 mila euro lordi all’anno.

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