GENOVA - "Salutiamo un uomo buono, altruista e ben voluto da tutti". Così il vescovo di Albenga e Imperia Guglielmo Borghetti ha ricordato Salvatore Giuffrida, direttore generale del Policlinico San Martino di Genova morto improvvisamente martedì. (CLICCA QUI)
L'ultimo saluto nella chiesa di san Giovanni Battista a Loano, ad abbracciare la moglie Silvia e il figlio Nicolo' tanti volti della politica e della sanità ligure tra cui Giovanni Toti presidente della Regione; Angelo Gratarola assessore regionale alla sanità; gli assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola; Brunello Brunetto presidente della commissione sanità in Regione; Filippo Ansaldi direttore generale Alisa; Enrico Castanini direttore generale Liguria digitale.
Loanese, 59 anni, aveva iniziato in Asl2 come direttore del personale poi in Telecom e a Liguria Digitale responsabile della direzione sanitaria. Poi direttore del personale e direttore amministrativo della Asl2, prima di diventare direttore amministrativo del Policlinico San Martino nel 2018 e dal 1 gennaio 2021 direttore generale del San Martino.
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"Fa male se una persona amata viene strappata alla vita in maniera improvvisa - ha detto il vescovo Borghetti durante l'omelia - difficile pronunciare delle parole, ma ognuno di noi sente l'esigenza di una parola di consolazione. Siamo qui per ricordare una figura importante. Non ho avuto l'onore di conoscerlo personalmente, ma ho raccolto pensieri che mi hanno colpito, ho capito che siamo di fronte ad una figura bella, un uomo buono e carico di altruismo. Ben voluto da tutti. È il momento dell'affetto, degli abbracci in questi momenti comprendiamo che siamo piccoli uomini: da quello che ho potuto notare in questi giorni, Salvatore lo aveva già capito".
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L'assessore alla sanità Angelo Gratarola ha commentato: "La perdita di Salvatore Giuffrida, accanto al venire meno di un grande professionista, di un uomo cardine nel panorama della sanità ligure, oggi mi porta a ricordarlo semplicemente come un amico, una persona con la quale ho condiviso tante cose dentro e fuori l'ospedale, scherzando e sdrammatizzando a volte anche in momenti di grande difficoltà".
Il vescovo si è poi rivolto al figlio Nicolo': "Devi essere fiero di tuo papà, una parola che oramai nessuno può cancellare: lo affidiamo al Signore".
A ricordarlo per il Policlinico Pietro Pisano responsabile della comunicazione: "Eravamo, siamo, saremo i suoi ragazzi. E non possiamo disperdere così tanti insegnamenti. Non possiamo permettercelo. Dobbiamo continuare a mettere in pratica e proseguire la sua rivoluzione, sostenuta da tutti. Medici, destra, sinistra, centro, maggioranza, opposizione, sindacati. Lo abbiamo amato tutti. E tutti, insieme, compatti (sforziamoci) dobbiamo portare avanti la sua rivoluzione, perché tale è".
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