Sanità

Crescono i batteri resistenti agli antibiotici dal 20 al 40 per cento
1 minuto e 4 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

Nel post covid i batteri resistenti agli antibiotici sono cresciuti, anzi raddoppiati. Colpa dell'uso indiscriminato ed errato degli antibiotici stessi, non solo da parte dei privati ma anche in ospedale. Dove continuano a essere utilizzate quattro cure diverse per il covid che "non servono a nulla". 

La fotografia è del professor Matteo Bassetti, direttore del DIAR malattie infettive di Regione Liguria, appena rientrato da un convegno scientifico presso la facoltà di medicina dell'università di Barcellona. I dati da lui presentati mostrano un "incremento dei batteri resistenti agli antibiotici tra il 20 e il 40 per cento. La mortalità per questi microorganismi, che era scesa fino al 2019, risale in modo importante per l'utilizzo indiscriminato e non sempre razionale di antibiotici fatto sia a casa che in ospedale. Questo deve essere un punto sul quale tutti noi investiamo per tornare a usare bene gli antibiotici".

Duro il commento di Bassetti sull'uso di determinati farmaci per curare il covid: sono almeno quattro quelli che non servono a nulla. Scrive Bassetti: "Con il covid la gente prende come primo farmaco l'azitromicina. Lo abbiamo detto in tutte le salse: non serve a nulla per curare il covid. Anzi sono quattro i farmaci che non servono: sono l'azitromicina, l'idrossiclorochina, il cortisone in chi non ha deficit di ossigeno e il quarto è il plasma iperimmune". 

 

 

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