Sanità

Tamponi in pronto soccorso solo ai sintomatici
4 minuti e 18 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - La Liguria, tra le prime Regioni in Italia, rende uniforme su tutto il territorio regionale l’utilizzo di tamponi e mascherine nelle strutture sanitarie dopo la dichiarazione di fine emergenza da parte dell’OMS e l’ordinanza del ministro Schillaci del 28 aprile 2023. Come anticipato da Primocanale la settimana scorsa (LEGGI QUI) l’obbligo di mascherina persiste per lavoratori, utenti e visitatori nelle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi e si raccomanda all’interno di tutti i reparti di strutture sanitarie. L’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie si estende anche agli lavoratori-utenti-visitatori delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali.

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Per quanto riguarda i tamponi, i test vengono raccomandati per i pazienti che presentino sintomi compatibile con diagnosi di COVID19, per i contatti stretti di positivi, per i ricoverati intubati e trasferiti in rianimazione, per quanti infettivologi ed esperti in malattie infettive lo ritengano necessario. I direttori sanitari possono adottare misure aggiuntive legate alle specificità dei contesti operativi e organizzativi. 

Le nuove regole relative all’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e dei test rinofaringei per la ricerca di SARS-CoV2 nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e assistenziali sono state approvate con una delibera di Alisa.

Siamo la prima regione che regolamenta in modo uniforme le pratiche Covid dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito la fine dell’emergenza pandemica - afferma Giovanni Toti presidente della Regione Liguria – abbiamo dunque individuato comportamenti coerenti, soluzioni comuni per tutte le strutture sanitarie della nostra regione, uniformando il più possibile le regole sull’utilizzo delle mascherine e sui tamponi, limitando gli obblighi ai luoghi dove è ancora necessario mantenerli. Regione Liguria è stata pioniera su diversi aspetti organizzativi durante la pandemia: dall'utilizzo dei monoclonali – ricorda il governatore - alle collaborazioni tra sanità pubblica e privata, con le farmacie e con i medici di medicina generale nel periodo della campagna vaccinale, passando per il nostro portale di prenotazioni, prima per le vaccinazioni e ora anche per le prestazioni sanitarie, che è stata una eccellenza dal punto di vista gestionale. Questo provvedimento – conclude - è il risultato dell’attività congiunta di Regione Liguria, Alisa, direzioni sanitarie, dipartimenti interaziendali regionali di infettivologia ed emergenza e area igiene. Il lavoro di squadra è sempre stato una nostra prerogativa e ci ha consentito di affrontare e superare tutte le sfide più difficili e dolorose in questi anni passati fino a oggi con un ulteriore grande passo verso la normalità”.

Ci avviciniamo gradualmente alla normalità dei percorsi anche all’interno degli ospedali e di tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie della nostra regione - spiega Angelo Gratarola assessore regionale alla sanità - Con la fine della pandemia decretata dall’OMS, possiamo considerare che non è più necessario fare tamponi a tutti, sempre e comunque, concentrando gli sforzi del sistema sanitario sulla piena operatività nei reparti, nei pronto soccorso, negli ambulatori dei nostri ospedali. Questo provvedimento garantisce uniformità tra i territori, con il giusto spazio di discrezionalità per le direzioni sanitarie, legate alle specificità del contesto operativo e organizzativo. L’obiettivo è proteggere i più fragili e quindi le mascherine saranno obbligatorie nelle case di riposo, nei pronto soccorso, nei reparti".

Sul tema delle visite ai parenti Gratarola non ha dubbi: il suggerimento alle direzioni sanitarie è quello di prevedere orari più ampi sempre garantendo la massima sicurezza. La cura del paziente infatti passa anche attraverso il contatto diretto con le persone care.

“Il cambiamento delle regole – spiega Filippo Ansaldi direttore generale di Alisa – è il frutto di un quadro epidemiologico e clinico mutato, con il passaggio dalla fase pandemica a quella endemica, ma anche del cambiamento dello stato immunitario della popolazione e del miglioramento della gestione clinica del paziente. Il cambiamento di strategia ci consente di attivare azioni di contrasto ai ritardi nel collocamento dei pazienti nei contesti sanitari più adeguati, al prolungamento dei tempi di degenza medi, al sovraccarico di sistema. Inoltre, possiamo potenziare la diagnostica legata a tutti i virus respiratori e non più sempre prevalentemente al Covid19".

“Sono stati tre anni difficili che hanno visto i reparti di malattie infettive liguri protagonisti della lotta al Covid – sottolinea Matteo Bassetti, direttore del dipartimento interaziendale regionale di infettivologia - ora possiamo girare pagina sapendo che abbiamo affrontato un problema di sanità pubblica con impegno e ottimi risultati. I nostri numeri, dell’Ospedale Policlinico San Martino, dimostrano quanto impegno e risorse siano state profuse: ben 638mila test molecolari effettuati più altri 277mila effettuati e processati per le altre Asl del territorio, oltre 5milioni di mascherine utilizzate e ben 7mila ricoveri Covid. Il documento sull’uso della diagnostica e delle mascherine va nella direzione di un ritorno alla completa normalità avendo imparato alcune regole che è bene continuino ad essere seguite”.

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I NUMERI DELLA PANDEMIA IN SINTESI IN LIGURIA

Tamponi antigenici e molecolari: 6.960.653
Numero vaccini somministrati: 3.730.579
Casi di positività: 666505
Persone decedute: 5924

 

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