GENOVA - "Mi sembra ridicolo dire che non si sia pensato abbastanza al territorio perchè se c'è un argomento che è stato trattato in maniera ampia è questo e la prova è che il ministero ha proprio sulle attività territoriali dato il suo assenso maggiore. Quindi vuol dire che sul territorio tutto quello che è stato pensato va nella linea del potenziamento di questo settore proprio per liberare gli ospedali". Così a Primocanale Angelo Gratarola, assessore regionale alla sanità, il giorno dopo l'approvazione del piano socio sanitario da parte del Ministero della salute risponde alle critiche dell'opposizione che parlano di un piano con poca attenzione al territorio ma non solo.
"La certificazione del ministero della salute definisce la bontà del piano regionale e ne evidenzia alcuni aspetti particolarmente positivi tra cui il rafforzamento dell’offerta territoriale, una sempre maggiore presa in carico individualizzata e un’ulteriore salto di qualità nella direzione della digitalizzazione - spiega Gratarola - il ministero ha particolarmente apprezzato l'integrazione tra territorio e ospedale attraverso il rafforzamento del territorio attraverso un’offerta capillare e diffusa sia per gli aspetti sociali e socio sanitari sia per quelli sanitari tout court, lasciando alla componente ospedaliera la risposta alle patologie acute e alle grandi patologie".
Secondo il Partito Democratico, poi, nel piano non ci sarebbero risposte adeguate sulla mancanza di personale. "La mancanza di personale è un problema importante non solo per le opposizioni ma anche per noi ed è nazionale - risponde Gratarola - non potenziare il territorio, non costruire le case di comunità, gli ospedali, le Cot attraverso i finanziamenti Pnrr solo perché noi pensiamo che potrebbe esserci un problema di personale sarebbe stato sciocco quindi noi siamo andati in quella linea, tenendo anche conto che molte attività che dovrebbero finire poi sul territorio, oggi sono impropriamente all'interno di strutture ospedaliere, cioè l'ospedale sta vicariando la carenza di attività del territorio stesso. Quindi il problema del personale è un problema serio, tenete però presente che la curva diciamo di di più critica lo è fino al 25-26, dopodiché dovrebbe invertirsi la rotta perché i numeri degli specializzandi, se parliamo di figure mediche, ma vale anche per il problema degli infermieri, dovrebbe risalire da quegli anni in avanti".
Piano sociosanitario '23/'25, maggior investimento da 40 anni
Il piano socio sanitario arriverà in consiglio regionale il prossimo 21 novembre e le opposizioni annunciano battaglia. "Questo è un piano socio sanitario che credo mai prima d'ora, a memoria mia, in Regione Liguria sia stato più discusso sul territorio - spiega l'assessore - io ho fatto un tour personale in tutte le conferenze dei sindaci di tutto il territorio regionale, quindi è stato ampiamente dibattuto. Abbiamo ascoltato tutte i suggerimenti che abbiamo accolto e abbiamo cercato di inserire all'interno del piano, cercando di rendere il documento il più compatibile possibile con tutte le esigenze".
Piano socio sanitario, Gratarola: "Ecco le principali novità"
"La discussione in Consiglio regionale, se avverrà, sarà naturalmente una discussione che ha come obiettivo quello di parlare e di migliorare sempre il testo - sottolinea Gratarola - e di portarlo poi alla votazione nel migliore dei modi e avere quindi a disposizione uno strumento che normerà il funzionamento nei prossimi anni".
Nella lettera inviata dal Ministero ad Alisa si evidenzia tra gli aspetti positivi anche la “governance pubblica” sulle “case della comunità, modello organizzativo di integrazione istituzionale e professionale non solo in ambito sanitario ma anche tra sanità e sociale”. E’ infatti centrale nel piano approvato il ruolo dei grandi ospedali da una parte, sempre più dedicati e specializzati ad affrontare le patologie più complesse, e a quello di ospedali e case di comunità previsti dal Pnrr, sempre più integrati con il territorio (tramite i distretti), destinati a diventare il punto di riferimento per i cittadini, non solo per i ricoveri a bassa intensità di cura, ma anche per affrontare le cronicità e per garantire prestazioni ambulatoriali, cure domiciliari, continuità assistenziale, servizi sociali, alla persona e alla famiglia.
IL COMMENTO
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