GENOVA - Ogni anno in Liguria si registrano circa 4mila casi di ictus e l'anno scorso sono stati ricoverati più di 700 pazienti colpiti dalla patologia cerebrovascolare all'ospedale policlinico San Martino di Genova al centro ictus che compie 30 anni.
"Il centro è nato a fine 1992 ed è il secondo centro nato in Italia dopo quello della Sapienza a Roma - racconta Massimo del Sette direttore S.C Neurologia del Policlinico San Martino - all'epoca non c'erano le terapie avanzate di oggi ma già allora si era capito che c'erano dei vantaggi a ricoverare i pazienti colpiti in una unità dedicata".
Nel 1975 i neurologi Gavin Norris e Vladimir Hachinski, infatti, idearono dei reparti specializzati nel trattamento di pazienti con ictus, la prima ‘Stroke Unit’ di successo è quella creata al Sunnybrook Hospital di Toronto. Prima di allora, le persone colpite da ictus venivano trattate in altri reparti come, ad esempio, quello di medicina generale, di neurologia o di geriatria.
"La gestione del paziente colpito da ictus oggi prevede il lavoro coordinato di un'equipe multiprofessionale - sottolinea Del Sette - che vede collaborare neurologi, personale infermieristico, terapisti della riabilitazione e logopedisti con l'obiettivo di ridurre in maniera significativa mortalità e disabilità legati alla malattia".
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Nel 2022 nel centro sono stati eseguiti più di 200 trattamenti con trombolisi e 190 trombectomie. Nel 2023 il volume di attività, fino ad oggi, si attesta sulle stesse quantità in termini di pazienti ricoverati e di interventi terapeutici.
Oggi il centro ictus del San Martino è uno dei 200 presenti in Italia e uno dei due hub liguri, dove è possibile effettuare terapie con trombolisi endovena e con trombectomia meccanica.
"Il centro ictus, oltre ad accogliere i pazienti in fase acuta, è fondamentale anche per la successiva parte riabilitativa - conclude Del Sette - per migliorare il conseguente iter diagnostico e impostare precocemente la prevenzione secondaria. Nei Paesi in cui i centri ictus sono in funzione, compreso il nostro, anche se purtroppo non sono così capillarmente diffusi, si è assistito ad una significativa riduzione della mortalità, dell’invalidità, della durata dei ricoveri e dei loro costi".
L'hub genovese lo scorso marzo ha ricevuto il premio internazionale per la gestione intra-ospedaliera dell'ictus 'Eso Angels Awards - Gold Status', che ha come obiettivo la formazione degli operatori per migliorare il trattamento dell'ictus cerebrale e aumentare le possibilità di sopravvivenza delle persone che ne sono state colpite.
L’ictus rappresenta una patologia tempo-dipendente e, in caso sia necessario il trattamento specifico con trombolisi, è fondamentale intervenire prima possibile, e comunque entro le prime 4 ore e mezza dalla comparsa dei sintomi in modo che la terapia possa garantire una efficacia maggiore nella riduzione delle conseguenze anche invalidanti causate dalla patologia.
IL COMMENTO
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