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il presidente Zangrillo: “Rispetto per i 33mila allo stadio. Gilardino non parla così non si becca una lunga espulsione. Il Var doveva intervenire"
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di Giovanni Porcella

GENOA - In sala stampa, al posto di Alberto Gilardino, arriva il presidente Zangrillo: “Rispetto per i 33mila allo stadio. Gilardino non parla così non si becca una lunga espulsione. Il Var doveva intervenire e chissà perché non ha richiamato l’arbitro. Si rovina questo gioco e non è giusto. Le immagini sono chiarissime”.

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Il Genoa, ma soprattutto i suoi tifosi sono furibondi con l’arbitro Piccinini per il mancato annullamento della rete viziata da un colpo col braccio. Il Var ha confermato. Poi nel finale pieno di emozioni l’espulsione di Maignan e Giraud va in porta e prima viene salvato dalla traversa poi fa un miracolo in uscita su Puscas.

Finisce così con il rosso pure a Martinez per un fallo allo scadere. Resta amarezza ai rossoblu. Questa partita era nata malissimo con i forfait di Retegui e di Messias, ma è finita peggio perché il pari era strameritato.

Zangrillo cerca di trattenersi ma non ci riesce: “I valori della vita li ho presenti, come la salute. Oggi ho assistito a una partita che è un gioco, dove si cerca di portare a casa la partita nell’assoluto rispetto delle regole con ragionevolezza e buon senso. La mia analisi di questa sera è: grande Milan, Genoa, arbitro, pubblico. Tutti grandi però quando sei a poco dalla fine e non c’è certezza né del tocco di mano né del contrario devi tener conto che a un certo punto è in discussione un calcio di rigore su Vasquez nel primo tempo e un’entrata assassina del portiere del Milan su Ekuban. Si è trattato di un intervento in una zona pericolosissima. Abbiamo perso per l’ennesima volta a pochi minuti dalla fine ma usciamo con onore, davanti a un pubblico che non ha nessun altro. Tutti gli altri discorsi non mi interessano. Questa sera ho visto una grande squadra, una grande società e un grande pubblico. Ma non c’è stato rispetto per noi e io lo chiedo. Forse nel primo tempo c’era un rigore per noi e poi il gol del Milan, non prendiamoci in giro”.

E ancora: “Siamo più forti delle avversità. Questa sera ci sono state alchimie chiarissime a tutti: l’aggiustamento da parte di Pulisic del pallone da cui poi scaturisce il gol è chiaro ed evidente. Chissà come mai quando tocca a noi non c’è mai l’angolatura perfetta, quando l’episodio è a nostro favore la TV si incanta e lascia tutto alle incertezze, il VAR resta muto”. 

Zangrillo chiude così: “Questo non lo posso dire, analizzo la situazione dopo una partita tesa: abbiamo visto una squadra stanca perché reduce da una partita di Champions League ma con una panchina infinita e lo abbiamo visto nel secondo tempo. Nonostante ciò abbiamo tenuto fino a quando il classico, solito episodio fortuito, condito da un’incertezza, è stato giudicato in questo modo. Ne prendiamo atto, non mi straccio le vesti e non grido contro il palazzo però è anche giusto e corretto non stare zitti. Dal momento che non parla il mister perché se no prende una squalifica, parla Zangrillo che al massimo può essere condannato a morte”.

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