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di Marco Bisacchi

GENOVA - "La verità sullo scorso anno la conosciamo solo in tre. Io, Pirlo e il presidente". Non sono passate inosservate - in questa pausa di campionato - le parole di Nicola Legrottaglie, ex dirigente della Sampdoria che al Corriere dello Sport è tornato a parlare della sua breve esperienza blucerchiata. Nessuna replica da parte del presidente Matteo Manfredi anche perché Legrottaglie - arrivato nel luglio 2023 come uomo di fiducia di Andrea Radrizzani, ufficialmente ex socio dello stesso Manfredi almeno per quanto riguarda la gestione della Samp - già nel giro di pochi mesi, nel corso della scorsa stagione, aveva perso peso nelle scelte del club.

Un virgolettato un po' enigmatico (forse Legrottaglie si riferisce alle condizioni di oggettiva difficoltà in cui si era trovato il Doria l'anno scorso) che però ci ricorda come tante cose e soprattutto tanti ruoli centrali siano cambiati nella nuova Sampdoria, in poco più di un anno dal fallimento evitato in extremis. Oggi non solo non ci sono più nè Legrottaglie nè Radrizzani ma anche l'ex direttore sportivo Andrea Mancini - l'uomo che aveva portato giocatori come Leoni e Pedrola con risorse a dir poco limitate - fa parte del passato ed è ripartito dal settore tecnico del Barcellona al fianco di Deco, venendo forse anche un po' sottovalutato dall'attuale proprietà.

Oggi i pieni poteri della Sampdoria com'è noto sono in mano al direttore sportivo Pietro Accardi, che non solo ha rivoluzionato la squadra (che comunque aveva chiuso l'anno scorso al sesto posto) ma che ha poi deciso di cambiare in fretta anche lo stesso allenatore Andrea Pirlo, esonerato dopo appena tre giornate e sostituito da Sottil, mister che - se si eccettua la settimana perfetta del derby e di altre due gare vinte in campionato - deve a sua volta ancora trovare la quadra giusta. Una Samp dove è cambiato tutto, insomma.

Non c'è più Legrottaglie, non c'è più Mancini, non c'è più Pirlo e in buona sostanza è rimasto il solo Manfredi rispetto alla scorsa stagione. Il problema però è che non sono cambiati finora neppure i risultati sul campo. Se erano deludenti alla fine dei conti quelli della scorsa stagione, con la sconfitta di Palermo ai play off, per ora anche il rendimento di questo campionato - e in buona sostanza anche i frutti del calcio mercato estivo firmato Accardi, forse un po' troppo sopravvalutato dalle legittime ambizioni della piazza - è decisamente al di sotto delle aspettative. Il campo però può e deve dimostrare il contrario, il tempo non manca. L'ora delle risposte si avvicina dunque sia per Accardi sia per Sottil. A iniziare dalla sfida di domenica 20 ottobre a Cesena per la ripresa del campionato. 

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