Dopo il duro confronto con gli ultrà in corso Europa sabato scorso al fischio finale della sfida persa in casa con la Salernitana, la Sampdoria prova a dare una sterzata alla sua tribolata stagione andando in ritiro anticipato a Verona. L’ipotesi era già circolata proprio nel corso del faccia a faccia con i tifosi più caldi e da mercoledì prenderà corpo.
I prossimi avversari, tra l’altro, hanno confermato di essere tra le squadre più in forma del campionato, battendo in scioltezza l’Atalanta a Bergamo. Inutile, quindi, attendersi una Verona scarico e privo di motivazioni, la partita sarà di quelle toste, al di là del gemellaggio tra il pubblico, che sabato sera alle 20,45 porterà al Bentegodi migliaia di sostenitori blucerchiati, che hanno comunque promesso il massimo appoggio a Quagliarella e compagni.
Giampaolo, dopo tre sconfitte consecutive, proverà anche a modificare qualcosa a livello tattico, ma gli uomini saranno più o meno gli stessi, con un Damsgaard in più ma eventualmente solo per un piccolo spezzone di gara, essendo il danese molto indietro di condizione.
Intanto, la società ha ufficializzato i dati di bilancio che avevamo anticipato qualche settimana fa: il passivo di gestione è di 24 milioni, l’indebitamento attorno ai cento milioni, per un totale di quasi 130 milioni di esposizione totale, tra breve e medio-lungo periodo.
In assenza di un imminente cambio di azionisti e non avendo alle spalle una proprietà in grado di ricapitalizzare, l’attuale consiglio di amministrazione presieduto da Marco Lanna dovrà cercare di rientrare attraverso le cessioni sul mercato, che non può ovviamente prescindere dalla permanenza della Sampdoria in serie A.
Peraltro, nel corso di questo campionato i giocatori potenzialmente vendibili – Audero, Colley, Thorsby, Damsgaard, per i quali già l’estate scorsa arrivarono offerte piuttosto basse malgrado i 52 punti di Ranieri – non si sono certo valorizzati.
Dunque, alla Samp serve una doppia impresa nell’arco di pochi mesi per continuare a sopravvivere: prima in campo e poi fuori.
In attesa di quel "messia" (laico) che risolva una volta per tutte i problemi e tolga il club dalla melma in cui l’ha gettata e lasciata la sciagurata gestione Ferrero.
IL COMMENTO
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