Politica

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Non è il tempo delle rese dei conti, però quello che è successo a Genova nell’ultimo anno è estremamente preoccupante”: a dirlo Gianluca Mambilla, tra i referenti di Matteo Renzi a Genova. Nessuna resa dei conti, ma la sconfitta è cocente e i renziani non perdono occasione per farlo presente. Anzi, le sconfitte, visto che meno di un anno fa il Pd perdeva la guida di Genova e ora è stato superato dal Movimento 5 stelle in città e in regione. Domani la direzione nazionale del partito detterà la linea, tra possibili governi tecnici, accordi coi 5 stelle e intesa con Pdl.

“Chiederemo di seguire la linea dell’accordo con Grillo”, dice il segretario genovese Giovanni Lunardon, che questa sera metterà ai voti questa linea nel direttivo genovese. Obiettivo: sostenere la proposta di Bersani di un governo a termine che punti a riforma elettorale, tagli alla politica, legge anticorruzione e sul conflitto d’interesse, modifica del patto di stabilità. Temi nazionali nella riunione genovese di questa sera, ma anche l’analisi del voto locale. Un anno fa l’allora segretario Viktor Rasetto fu costretto alle dimissioni dopo la sconfitta in Comune. “Non mi piace fare nomi di capri espiatori, penso che ci sia un problema di classe dirigente nel suo complesso”, dice Mambilla.

Ai problemi nazionali ora il Pd deve aggiungere anche quelli interni, con chi chiede un cambio di passo dopo la delusione delle elezioni politiche. In molti guardano a Matteo Renzi: bocciato dalle primarie, ma ora in attesa di un’occasione per guidare il Partito e forse il Paese. “E’ evidente che con un’altra proposta politica l’esito elettorale probabilmente sarebbe stato diverso, anche a livello locale”, dice Mambilla. Di congressi non si parla ancora, le priorità per il momento sono altre, ma anche in Liguria c’è chi scalpita.