Le due facce di Ryan Gosling nel deludente 'Only God forgives'

Mettiamola cosi': avesse avuto i tempi del bellissimo 'Drive', 'Only God forgives', il nuovo film di Nicolas Winding Refn attesissimo qui a Cannes, sarebbe durato una ventina di minuti. Invece ne dura novanta, che sono fin troppi.

La delusione, qualcuno degli addetti ai lavori l'ha manifestata fischiando al termine della proiezione per la stampa di questa mattina, cosa succedera' in quella ufficiale lo vedremo tra poche ore. E' pero' un fatto che tutti si attendevano molto di piu'. Certo, dopo un successo planetario (e il premio per la regia vinto due anni fa proprio sulla Croisette), Windin Reft ha fatto bene ad evitare per il film successivo, pur rimanendo nell'ambito di una pellicola - a suo modo - di genere, le lusinghe del 'copia e incolla', ma virando completamente e tornando ai ritmi di 'Vahlalla rising' e' clamorosamente deragliato.

Bangkok insomma, dove Julian (un Ryan Gosling che ha rifiutato la passerella rimanendo in America e deludendo centinaia di fan che erano pronte ad idolatrarlo sulla Montee des Marches, a meno che non compaia misteriosamente all'ultimo momento) gestisce una palestra di boxe thailandese usata come copertura per lo spaccio di droga, non gli ha portato fortuna. Cosi' come non porta fortuna allo stesso Julian il cui fratello maggiore viene ucciso perche' colpevole di aver violentato e ucciso una minorenne. Allora in citta' come un'erinni assetata di vendetta piomba la madre (una inedita Kristin Scott Thomas) che reclama la morte dei colpevoli, impresa per la verita' piuttosto difficile quando entra in gioco un misterioso poliziotto che oltre che nel canto sa farci anche con spade e pistole.

Un film dunque di minaccia e vendetta, in alcune scene terribile, in altre divertente suo malgrado, che il regista dilata oltre ogni limite con lente carrellate e lunghissime zoomate, interrompendo qua e la' questa sua estetica del movimento con improvise deflgrazioni di violenza. E nel quale, per Ryan Goslin, si puo' parafrasare quanto una volta si ebbe a dire per Clint Eastwood: qui ha due sole espressioni, una con la faccia normale e una con la faccia tumefatta. (Dario Vassallo)