cronaca

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"Ma io chi devo odiare? Aspetto che mi dicano di chi è davvero la colpa". Le parole di Stella Iacoviello, mamma di Gianni, l'ultima delle vittime ritrovate dopo la tragedia di Molo Giano.

"Vogliamo che sia fatta giustizia - continua la donna - non vendetta, solo giustizia. Perché una cosa del genere non succeda mai più. Vogliamo giustizia, la procura sta lavorando bene e velocemente".

La madre di Gianni, militare della Guardia costiera, parla dopo aver appreso delle registrazioni contenute nella scatola nera del cargo della compagnia Messina che il 7 maggio scorso ha abbattuto la Torre Piloti del porto di Genova, causando 9 morti. La scatola nera ha rivelato i colloqui a bordo della Jolly Nero ed ha rinnovato il dolore.

Per i comportamenti adottati quella sera il gip ha sospeso per due mesi il comandante Roberto Paoloni, il pilota Antonio Anfossi e il primo ufficiale Lorenzo Repetto. Nell'ordinanza il giudice, in considerazione dei guasti riscontrati sul cargo, scrive che in quelle condizioni la Jolly Nero doveva essere assistita dai rimorchiatori a motore spento, affidando a loro la manovra con una spesa di poco conto. Alberto Delle Piane, amministratore delegato della Rimorchiatori riuniti Porto di Genova sostiene che "un'evoluzione effettuata in questo modo avrebbe comportato un aggravio di tempo di pochissimi minuti e una maggiorazione di spesa assai ridotta, stimabile in circa 1.220 euro". Anche questo è riportato nell'ordinanza.