cronaca

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Il premier Enrico Letta oggi chiede la fiducia, prima in Senato e poi alla Camera , con un intervento mirato a un chiarimento che, indica il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, preveda per il governo "uno sbocco non precario" fino al 2015.


Un 'prendere o lasciare', senza trattative, che fa capire il cauto ottimismo di Palazzo Chigi dopo una giornata, quella di ieri, convulsa di incontri. Alla fine della quale si consuma lo strappo dell'ala moderata del Pdl, guidata da Angelino Alfano e dei 4 ministri, con Silvio Berlusconi infuriato contro gli 'inaffidabili' Letta e Napolitano che hanno permesso il suo 'omicidio politico'. Da qui la decisione del Cavaliere di votare la sfiducia al governo Letta e quindi affrontare la sfida della conta interna direttamente in Aula. Non sarà azzoppato il governo che si presenterà alle Camera.


L'ex Premier ha ieri assunto la sua posizione al termine di un vertice a Palazzo Grazioli con i suoi fedelissimi, mentre Angelino Alfano e i ministri favorevoli alla fiducia a Letta, tranne Nunzia De Girolamo, presente a Palazzo Gazioli, attendevano a Palazzo Chigi.
 


FABRIZIO CICCHITO presidente della commissione Esteri della Camera ribadisce: "Ci sono tutte le ragioni per votare" la fiducia al governo Letta "al netto di ciò che ha deteriorato la situazione, l'uso politico della giustizia e l'offensiva giudiziaria contro Berlusconi. Mi auguro che l'appello di Alfano sia raccolto, in modo che al Senato ci sia tutto il Pdl che vota la fiducia al governo Letta e si riapra il confronto sulle grandi questioni economiche sociali".


Continua il pressing di Berlusconi sulle "colombe", che secondo fonti parlamentari stanno aspettando la risposta di Berlusconi all'ultimatum che Alfano ha rivolto al partito: di votare unito la fiducia prima di decretare la rottura.


Caustico il commento del segretario Pd GUGLIELMO EPIFANI all'assemblea dei parlamentari democratici: "Berlusconi ha cercato la crisi in modo pretestuoso, ma sta perdendo". E aggiunge: "Se una parte del centrodestra domani voterà la fiducia avverrà un fatto di grande portata politica, positivo prima di tutto per il Paese".


E' la conclusione di una giornata difficile, caratterizzata da una lunga serie di incontri politici alla vigilia del discorso di Enrico Letta alle Camere. Nel pomeriggio, il senatore 'dissidente' del Pdl Carlo Giovanardi: "Alfano ha i numeri per formare un nuovo gruppo, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri, al massimo, è degli altri". Ci sarebbe addirittura il nome del nuovo soggetto politico, che dovrebbe chiamarsi "Nuova Italia".


Chiamato in causa, Alfano formalizza lo strappo prima della inevitabile scissione: "Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti".


Stesse parole usate poco dopo da Maurizio Lupi in un tweet. Sandro Bondi replica senza giri di parole: "Voteremo la fiducia solo se lo chiede il Cavaliere". Ma i ministri del Pdl valutano addorittura di ritirare le dimissioni. E il ministro Dario Franceschini ribadisce: "Nessuna trattativa. Domani il governo porrà la fiducia in modo che ogni scelta avvenga in Parlamento. Soprattutto sul principio di netta e totale separazione" tra governo e vicende di Silvio Berlusconi.


I falchi rilanciano Marina Berlusconi alla guida della rinata Forza Italia. Secondo fonti del Pdl la primogenita del Cavaliere avrebbe manifestato in queste ore tutta la sua rabbia e indignazione nei confronti di quella parte del Pdl pronta a girare le spalle all'ex premier e votare la fiducia al governo Letta.


Arriva anche il chiarimento tra Enrico Letta e Matteo Renzi, avvenuto sempre oggi durante un pranzo a Palazzo Chigi.  E dopo il sindaco di Firenze il premier riceve anche l'altro candidato alla segreteria del Pd, Gianni Cuperlo. Che, alla fine dell'incontro, rassicura: "Il presidente del Consiglio farà un discorso forte per rilanciare l'azione dell'esecutivo con impegni precisi per risolvere i problemi del Paese e che prevede un orizzonte di ampio respiro, non di pochi mesi".