politica

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“Imporre le primarie non è scimmiottare la sinistra, ma dalle primarie è uscito Renzi che ha rinnovato la sinistra”. A ottobre un congresso chiarirà chi sarà il coordinatore di Fratelli d’Italia in Liguria e lo scontro generazionale entra nel vivo. Da una parte la linea del portavoce Simone Torello, 40 anni e un ruolo da costruire per il futuro. Dall’altra, Gianni Plinio e i suoi ‘nostalgici’ che da almeno 40 anni sono protagonisti della ‘destra’ in Liguria. Due mondi che rischiano di entrare in collisione. “La sua esperienza è fondamentale – attacca Torello a Primocanale – ma è ovvio ed evidente che non è lui il futuro di Fratelli d’Italia in Liguria”.

La sfida per la leadership in regione è di fatto iniziata
, con una coalizione da ricostruire e un partito che cerca di ritagliarsi il suo spazio. Cercando di lasciarsi alle spalle i legami con la prima e la seconda Repubblica. “Se il centrodestra è morto – prosegue Torello – al di là dei singoli è comunque il segno che una classe dirigente ha sbagliato qualche cosa”. La ricetta della ‘rottamazione’ di stampo renziano applicata al partito di Giorgia Meloni? “Auspichiamo che possa esserci, da parte delle persone di maggiore esperienza, sostegno ed aiuto verso chi avendone meno rischia di sbagliare. Questo secondo me è il ruolo di chi, secondo me, ha già ricoperto tanto”, sottolinea Torello.

Differenze formali e sostanziali dividono le due anime all’interno di Fratelli d’Italia in Liguria. I contenuti della nuova generazione sono lontani dalle teorie dei ‘nostalgici della Fiamma’. “Sicuramente noi non pensiamo a una destra autoritaria, come non pensiamo a una destra legge-e-ordine. La destra deve tornare a sognare per rientrare nella società e occuparsi di problemi concreti. Vogliamo essere propositivi in tutto e per tutto”.