
"Ho già rimorchiato una nave grande come la Concordia - premette il comandante Hans Bosch - non so come si comporterà ma alla velocità massima di due nodi e mezzo l'ora sarà ben tranquilla dietro di noi". Però, aggiunge a scanso di equivoci, "il tratto tra la Corsica e Genova è la parte più lunga del viaggio, anche se due giorni di rimorchio non sono un problema . E' chiaro dunque che monitoreremo con estrema attenzione il meteo e se c'è qualcosa è ovvio che staremo vicino alla costa, dove ci sono porti come Livorno e La Spezia".
Il problema è proprio il meteo: nessuna previsione è infatti attendibile al cento per cento con cinque giorni di anticipo. Per questo è stata programmata una soluzione alternativa: la Concordia, nonostante gli sforzi degli ingegneri, è pur sempre un relitto sostenuto da 30 cassoni d'acciaio pieni d'aria che non potrebbe certo affrontare venti troppo forti e onde alte più di due metri e mezzo.
Ecco allora il piano B: qualora le condizioni meteo peggiorassero, invece che andare a nord, passato il dito della Corsica la Concordia punterebbe ad est, verso le coste al confine tra la Toscana e la Liguria, per mettersi al sicuro. Il che non significa, ha subito precisato Costa, che ci sia l'ipotesi di una sosta, seppur temporanea, in un porto intermedio quale potrebbe essere Livorno o La Spezia. Anche perché nessuno di questi sarebbe in grado di accoglierla poiché la nave ha un pescaggio di 18,5 metri che in navigazione diventeranno 20.
"In caso di problemi meteorologici - ha confermato uno dei responsabili del progetto, l'ingegner Sergio Girotto - il convoglio si porterà vicino a terra. Sarà una navigazione a ridosso ma non c'è alcuna possibilità di un ingresso nei porti". Problemi in ogni caso che verranno affrontati più avanti, quando la nave avrà finalmente lasciato il Giglio. Perché al momento l'attenzione dei tecnici si è concentrata su altri due aspetti: gli ultimi 6,3 metri di nave che devono ancora riemergere (7 e mezzo sono invece già fuori dall'acqua) e, soprattutto, lo sversamento di sostanze oleose che c'è stato nella tarda serata di sabato. Si tratta, ha spiegato l'ingegner Franco Porcellacchia, di 50 litri d'olio che sono stati "prontamente rimossi" con le panne assorbenti. "Sono incidenti che possono succedere - ha aggiunto - L'olio era probabilmente imprigionato in una sacca sotto il ponte 5 che, quando questo è riemerso e si è abbassato il livello dell'acqua all'interno, si è liberata"
Un problema che, a detta del presidente dell'Osservatorio di monitoraggio ambientale Maria Sargentini, non ha creato particolare allarmismo. Ancora un giorno, dunque, e la Concordia partirà: il convoglio che la scorterà sarà composto da 14 mezzi, oltre a due motovedette e nave Diciotti, l'ammiraglia della Guardia Costiera arrivata davanti al Giglio. Spetterà a lei il controllo della zona rossa di tre miglia tutta attorno alla nave.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso