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Per il ministro "il settore è in via di risanamento"
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"Non mi sono mai sognato di dire che va chiusa una Fondazione Lirica". Il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini approfitta di una domanda nel corso di un incontro alla Stampa Estera per precisare il suo pensiero a proposito di un suo intervento di qualche giorno fa a Milano che aveva suscitato polemiche nel settore e dato il via anche ad una petizione online con artisti e appassionati che gli chiedono di ripensarci.

"Non ho mai pensato di chiudere fondazioni liriche, tanto più che la cosa non è nemmeno nelle mie prerogative", spiega il ministro, ribadendo di essere convinto che "14 fondazioni liriche, così come 4 mila musei per l'Italia non siano troppi, è la caratteristica del nostro Paese quella di avere una cultura diffusa". Il concetto, precisa, "è che quella della Fondazione lirica è una forma giuridica che ha dei vantaggi e che se si vuole mantenerli bisogna garantire condizioni ottimali". Quindi quello che eventualmente si può discutere, aggiunge, "è eventualmente se mantenere (per tutte ndr) quella forma giuridica".

L'Italia, risponde Franceschini a chi gli chiedeva se il nostro Paese si possa ancora permettere l'Opera, "deve investire sulla lirica, che è un veicolo di attrattività con potenzialità enormi". Ma è una cosa, sostiene, che "il governo attuale già fa, visto che mette il 47% delle risorse dell'intero Fondo Unico per lo Spettacolo, in pratica 183 milioni di euro, a disposizione delle 14 fondazioni liriche italiane, oltre ai 125 milioni di euro che sono stati messi nel fondo a disposizione delle Fondazioni in crisi".

Il settore, aggiunge, "è in via di risanamento: le 8 fondazioni in crisi hanno già presentato i loro piani di risanamento che sono stati approvati, adesso comincia la fase del monitoraggio, l'investimento c'è. E' evidente comunque che perché resti le fondazioni vanno gestite in modo più moderno e con una maggiore produttività".