Cronaca

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L'introduzione delle città metropolitane è posta in un'ottica rovesciata rispetto al passato: il dominus non è più la città capoluogo che assorbe la provincia e i comuni circostanti e inoltre un ruolo fondamentale viene riconosciuto ai cittadini che possono esprimere le loro opinioni in merito. Lo hanno evidenziato il presidente dell'Upi, Fabio Melilli, e il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, a margine del consiglio direttivo dell'Unione. "Noi in verità riteniamo che le condizioni per creare le città metropolitane sussistano solo a Milano, Roma, dove però si punta all' ordinamento di capitale, e Napoli - ha detto Melilli -. In ogni caso saranno i decreti legislativi a definire caso per caso l'assetto più opportuno per le città maggiori". Nel nuovo ordinamento delle autonomie locali le funzioni fondamentali non sono solo quelle ordinamentali, per l'esistenza e l'organizzazione dell' ente, ma anche quelle gestionali per l' esercizio dei compiti essenziali per le comunità amministrate. Ai Comuni sono prevalentemente assegnati i servizi alla persona mentre le Province avranno competenza esclusiva nelle funzioni di area vasta, fra cui la programmazione e il coordinamento dei servizi attinenti il governo e la gestione del territorio. Particolarmente soddisfatto di questo nuovo assetto si è dichiarato il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto. "Le Province - ha detto - gestiscono compiti tradizionali ma anche funzioni acquisite in questi anni che sono determinanti per lo sviluppo economico. Contiamo che i decreti delegati confermino questo ruolo con norme chiare che facilitino la partecipazione diretta dei cittadini ai processi decisionali". Sulla introduzione delle città metropolitane Repetto si è dimostrato più cauto anche se rispetto alla riforma emanata nel 1990, dove il baricentro era esclusivamente il comune capoluogo, sono stati fatti notevoli passi avanti. "C'é tuttavia il rischio - ha detto - che lo squilibrio tra città ed entroterra non si spezzi col nuovo ordinamento e anzi i territori periferici finiscano marginalizzati venendo a mancare i sostegni concreti che le attuali province garantiscono per tutelare il presidio del territorio".