politica

Nel dossier anche comunicazioni interne al Pd
2 minuti e 7 secondi di lettura
Sergio Cofferati punta su un’indagine privata per verificare la presenza di brogli nelle Primarie Pd. L’ex leader della Cgil ha deciso di cambiare strategia rispetto a quella annunciata nelle scorse settimane. Non più la presentazione di un esteso esposto in procura, bensì l’incarico a un pool di legali per condurre una contro-indagine. Una scelta che ha rilevanza sia dal punto di vista giudiziario, perché i legali avranno un margine di manovra più ampio, sia dal punto di vista politico, perché la contro-indagine accelera i tempi portando nuovi elementi proprio durante la campagna elettorale.

Non solo nella forma, la strategia di Cofferati dovrebbe cambiare anche nella sostanza. La tattica dei legali che conducono l’indagine, con a capo l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova Stefano Savi, non punterebbe tanto sulla violazione delle normative in materia di consultazioni private, quanto su singoli e generici episodi di reato. Mettere sotto accusa, dunque, il comportamento di coloro che si sono mossi intorno alle Primarie e non le Primarie in quanto tali.

Tra i comportamenti sui quali si concentra il pool di avvocati non ci sono soltanto quelli segnalati dai verbali dei presidenti di seggio, che già hanno portato ai provvedimenti assunti dal Collegio dei garanti del Pd. Nel materiale attenzionato finiscono anche lettere, messaggi e comunicazioni interne al mondo democratico, dentro i quali si annidano dubbi e perplessità. Non solo, alcuni collaboratori dell’ex sindaco di Bologna avrebbero riferito ai legali di “tariffari” per interi pacchetti di voti. Altro elemento sul quale si concentra l’attenzione delle indagini.

Il cambio di strategia di Sergio Cofferati non ha lasciato indifferenti i vertici nazionali del Partito Democratico. Quanto filtra da via del Nazareno è un concentrato di preoccupazione e nervosismo per quello che rischia di cadere come un macigno sulla campagna elettorale delle Regionali. Una campagna che, almeno nei piani, avrebbe dovuto essere una semplice vacatio tra il regno di Claudio Burlando e quello di Raffaella Paita. La successione reale potrebbe però essere ostacolata dal “cinese”.

Al netto degli sviluppi giudiziari, resta la sensazione di un istituto delle Primarie in provato declino. Il senatore del Gruppo Misto/Liguria Civica, Maurizio Rossi, aveva presentato un ordine del giorno che impegnava il governo a regolamentare le primarie. Il Ministro Boschi aveva espresso il suo parere favorevole. Che fine ha fatto quell’emendamento? Un altro giallo che aggiunge tensioni e veleni al thriller delle Primarie liguri.