
E' quanto ha detto Andrea Rimassa, funzionario della protezione civile del comune di Genova, nel corso del processo per i tragici fatti dell'alluvione del 4 novembre 2011, costato la vita a sei donne di cui due bambine. "Gambelli era certo che se fosse uscita la verità ne sarebbe derivato uno sputtanamento per la protezione civile e le associazioni di volontariato. Ci disse che se fosse venuta fuori la vera storia ci sarebbero state conseguenze spiacevoli per tutti. Ci furono diverse riunioni con Gambelli, Cha e Delponte e la preoccupazione era quella di mettere a posto le carte per evitare che l'ufficio dovesse rispondere di quello che era accaduto". Il verbale taroccato, secondo l'accusa, venne consegnato da Rimassa al sindaco Vincenzi, a Tursi, la sera del nove novembre. ''Lo portai io personalmente e lo consegnai nelle sue mani. Queste modalità di consegna mi erano state indicate da Gambelli. Immaginai che la consegna non venne fatta via computer per evitare di lasciare 'tracce' dell'invio. Nella stanza oltre alla Vincenzi, c'erano il marito e altre persone. Lei lesse ad alta voce il verbale manifestando sorpresa e stupore. Io fui sorpreso dalla sua reazione perché il contenuto di quel verbale era già stato diffuso''. ''Dopo che i dirigenti vennero a sapere che avevo raccontato tutto alla polizia giudiziaria, venni messo da parte, non mi fecero più partecipare ai comitati della protezione civile. Non denunciai e non dissi nulla perché per esperienza ho capito che in questo ambiente e' sempre meglio parlare poco''. Rimassa potrebbe essere indagato, alla fine del processo, per concorso nel falso.
IL COMMENTO
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