Primo sì al contestato progetto dei nuovi forni crematori a Savona. È arrivato dalla commissione comunale dedicata grazie ai voti della maggioranza, ma l’opposizione ha fatto blocco comune contro l’adozione della pratica: “È un'operazione antieconomica”. L’assessore ai servizi demografici Luca Martino difende la scelta.
Un no secco arriva dal Movimento Cinque Stelle. Il progetto prevede l’affidamento del servizio in house ad Ata, una partecipata del Comune. Una soluzione che non piace alla capogruppo Milena Debenedetti: “Contestiamo la pratica nella sua completezza. Avevamo chiesto una sospensiva perché l’Autorità anticorruzione desse un parere su Ata, su cui nel 2011 la Corte dei Conti e il Mef espressero già dubbi. Sembrava che fosse Ata a esercitare un controllo sul Comune anziché il contrario”.
Perplessità anche sull’entità dell’investimento, stimato in 2,7 milioni di euro: “Si tratta di un servizio essenziale che il Comune dovrebbe offrire con propri mezzi, invece lo abbandona nel degrado. Peraltro è un servizio in attivo, il Comune ci guadagnerebbe. E poi a Savona basterebbe forse un solo forno. Diciamo sì al progetto, ma ad altre condizioni”, spiega Debenedetti.
Una soluzione, quella prospettata dalla maggioranza, che riceve il biasimo anche del centrodestra. “Questa pratica amplifica un danno erariale a carico del Comune. Con Ata è già sceso il numero delle salme cremate. L’affidamento in house presenta aspetti che ci lasciano perplessi”, commenta Ileana Romagnoli, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. Temi che avranno tempo di essere discussi ancora durante una seduta consiliare da fissare per i primi giorni di novembre.
Intanto l’assessore ai servizi demografici Luca Martino difende la sua scelta: “I savonesi attendono da tempo quest’opera. Rigettare questa pratica voleva dire rinviare la questione all’infinito”. Sulle critiche riguardanti l’affidamento ad Ata risponde: “Se l’investimento gravasse sulle casse comunali, sarebbe problematico per bilanci. La gestione dell’area crematoria stava diventando difficile. Non capisco il perché di un’opposizione così radicale: abbiamo optato per questa soluzione dopo averne valutate altre”. Sovradimensionamento? “I due forni sono una scelta tecnica e non politica. I tecnici hanno spiegato che uno non basta, ne servono due per rispondere a esigenze differenti”.
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Savona, sì ai nuovi forni crematori ma l'opposizione attacca: "Costano troppo"
La pratica andrà in consiglio comunale all'inizio di novembre
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