cronaca

I lavoratori ingrosseranno gli organici delle partecipate
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Poche risposte e molti dubbi all'incontro in Comune sul futuro dei lavoratori della Fiera di Genova, sempre più avviata verso la liquidazione. Grandi assenti, ingiustificati, la Città Metropolitana e l'Autorità Portuale. La maggior parte dei lavoratori dovrebbe finire nel circuito delle partecipate comunali.

Prossimo atto il 15 marzo in Regione, dove il Comune presenterà i suoi piani. Ma le proposte non soddisfano i sindacati, e soprattutto restano grandi incognite sull'impegno di alcuni soci, Comune e Autorità Portuale in primis, per il futuro dell'occupazione e delle aree fieristiche.

Prima dell'incontro si parlava di integrare i dipendenti in Porto Antico. Ma i piani sono ben diversi. “Ci hanno presentato un planning dove figurano posti part-time da spazzini, a 5-600 euro a testa per dei padri di famiglia. Ogni lavoro è degno, ma ci vuole rispetto per le professionalità presenti”, attacca Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Liguria. “Sotto la voce 'Porto Antico' compariva uno zero, devono spiegarci dove sono finiti i quindici posti che si erano impegnati ad assicurare”.

In effetti, sono solo cinque i dipendenti che il Comune ha proposto di stabilizzare in Amiu a tempo indeterminato, gli altri dovrebbero dividersi tra part-time a 18 ore come operatori ecologici e partecipate varie del Comune e della Regione. In particolare, poco meno di una decina dovrebbe andare a rimpinguare gli organici di Liguria Digitale, diventata ormai la mega scialuppa di salvataggio dopo aver raccolto fuoriusciti dalle Province e da altre realtà aziendali. 

Nessuna traccia dei 15 milioni che il Comune di Genova deve alla Fiera. Anzi, dal tavolo sono spariti anche i 4 milioni che dovevano servire a tappare parte del buco. E poi, dito puntato contro l'Autorità Portuale, ancora una volta assente al tavolo: “Se ne sta al balcone a guardare chi muore”, sospira Serri.

La situazione resta “complicata, il percorso deve essere chiaro”, ribadisce Silvia Michela Avanzino di Fisascat-Cisl. Il 9 marzo ci sarà un altro vertice in Confindustria alla scadenza dei 45 giorni dall'avviso di licenziamento per i dipendenti. Dopodiché toccherà alla Regione convocare ancora soci e sindacati. “I messaggi arrivati oggi non ci rassicurano. Attendiamo risposte, e speriamo che la prossima volta tutte le parti coinvolte siano presenti”, commentano i sindacalisti.