"Ai precari della pubblica amministrazione spettano risarcimenti per perdita di chances lavorative, illegittimo il ricorso a reiterati contratti a tempo determinato". Lo afferma il Codacons commentando una sentenza della Corte di Cassazione sulla battaglia giudiziaria intrapresa da due cuochi assunti a tempo determinato nell'azienda ospedaliera universitaria San Martino di Genova.
La Cassazione, con sentenza numero 5072 pubblicata lo scorso 16 marzo, ha bocciato il ricorso del San Martino e in sostanza ha stabilito che per i precari delle pubbliche amministrazioni sono automatici i rimborsi sui contratti illegittimi. Il Codacons, attraverso una nota, annuncia "un'azione collettiva in favore dei lavoratori di Asl e ospedali pubblici che abbiano subito il continuo rinnovo dei contratti a termine in violazione delle norme vigenti: possibile chiedere fino a 50mila euro di indennizzo e la stabilizzazione della posizione normativa".
La sentenza della Cassazione, in particolare, stabilisce che "nel regime del lavoro pubblico contrattualizzato in caso di abuso del ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato da parte di una pubblica amministrazione, il dipendente che abbia subito la illegittima precarizzazione del rapporto di impiego ha diritto al risarcimento del danno, nella misura pari ad un'indennità onnicomprensiva tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto". "I due lavoratori del San Martino erano stati assunti con contratti a tempo determinato che venivano di volta in volta rinnovati dal 1999 - spiega il Codacons -.
Il ricorso è stato presentato per ottenere la stabilizzazione, le differenze retributive dovute in relazione all'anzianità di servizio maturata e il risarcimento del danno per gli anni di precariato. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello di Genova hanno dato ragione ai due lavoratori e, il 15 marzo scorso, anche le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno duramente condannato il comportamento dell'azienda ospedaliera".
Il Codacons cita così la sentenza: "Si può soprattutto ipotizzare una perdita di chance nel senso che, se la pubblica amministrazione avesse operato legittimamente emanando un bando di concorso per il posto, il lavoratore avrebbe potuto parteciparvi e risultarne vincitore". Ancora la Cassazione: "Il lavoratore che subisce l' illegittima apposizione del termine o, più in particolare, l' abuso della successione di contratti a termine rimane confinato in una situazione di precarizzazione e perde la chance di conseguire, con percorso alternativo, l'assunzione mediante concorso nel pubblico impiego o la costituzione di un ordinario rapporto di lavoro privatistico a tempo indeterminato".
Al momento dell'assunzione, i due cuochi lavoravano come dipendenti della mensa interna dell'azienda ospedaliera, in seguito il servizio è stato dato in appalto. Adesso la Corte d'Appello di Genova dovrà decidere l'entità del rimborso dovuto dall'azienda ospedaliera San Martino di Genova, in base alla sentenza della Cassazione.
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Codacons, 'danneggiati precarietà': risarciti i cuochi dell'ospedale San Martino
La Cassazione ha bocciato il ricorso
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