cronaca

Corsa contro il tempo, Crivello: "Potenziato il presidio"
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Qualche goccia di pioggia è caduta su Genova e sulla Valpolcevera, e in tarda serata si attendono temporali. Sul genovesato è stato emanato lo stato di allerta gialla - il grado più basso - per pioggia e temporali dalle 22 di venerdì 22 aprile fino alle 14 di sabato 13 aprile (leggi i dettagli). E adesso si temono altri sversamenti nel rio Pianego. 

Negli scorsi giorni la Protezione Civile aveva avvertito: "Il maltempo complicherà le bonifiche". Quindi sprint deciso ai lavori per evitare quella che è stata definita come una "possibile catastrofe". Federico Grasso, responsabile relazioni esterne di Arpal, è sul rio Pianego a monitorare i lavori: "La situazione è delicata soprattutto qui, dove c'è stata la rottura. Dobbiamo evitare che arrivi nuovo petrolio nel Polcevera. Se aumenta il livello del rio Pianego e del Fegino, cresce questo rischio".

Si è conclusa la riunione del Coc (Centro operativo comunale di protezione civile) a Genova. “Vista la criticità, potenziamo il presidio sul torrente e sui rii Pianego e Fegino con tecnici e volontari. Abbiamo chiesto ad Arpal di modificare le rilevazioni per intervenire in modo più tempestivo”, ha detto l’assessore Gianni Crivello. "Le dighe sono ben posizionate, ovviamente incrociamo le dita”.

Nella zona dello sversamento si teme che possa uscire altro petrolio. Perché proprio dietro al tubo c'è una concavità del terreno, probabilmente ancora piena di greggio. E le piogge potrebbero far tracimare il liquido contenuto all'interno, mandando a valle altro veleno. I tecnici Iplom spiegano che è impossibile coprire l'area con materiale solido: anzitutto perché incombe il sequestro, e poi perché il versante è molto franoso.

TOTI - "Vivremo le prossime 24 ore piuttosto difficili, a causa del maltempo previsto. Ci sarà la massima allerta della Protezione civile regionale, per poter intervenire. Si stanno comunque rinforzando barriere e terrapieni e anche i battelli, preposti alla pulizia del mare, stanno lavorando a pieno ritmo". Lo ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sull'emergenza petrolio nel Polcevera.

GIAMPEDRONE - "Siamo pronti per affrontare un'emergenza nell'emergenza, data dal maltempo delle prossime ore, che può provocare danni aggiuntivi con l'arrivo in mare di maggiori quantità di petrolio. Ovviamente, superata l'emergenza, dovremo predisporre un piano di bonifica a carico dell'azienda, perché è importante che tutta l'area venga ripristinata, come era prima dell'incidente ambientale".

RIXI - L'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi, ha aggiunto: "Chiediamo che il governo intervenga con un piano straordinario soprattutto sui poli petrolchimici e sugli oleodotti e non solo per un monitoraggio, ma anche per mettere a disposizione risorse per un revamping di questi impianti. Chiediamo che si apra un tavolo di discussione".

IPLOM: RIMOSSO IL 90% - Iplom assicura che il 90% del greggio nel Polcevera è stato raccolto e che è tutto pronto per fronteggiare il maltempo. Così dice Gianfranco Peiretti, responsabile qualità, sicurezza e ambiente dell'oleodotto che ha causato la fuoriuscita di greggio: "I lavori stanno procedendo a buon ritmo e stamane abbiamo raggiunto gli obiettivi che erano stati prefissati di raccogliere il 90% del greggio sversato entro questa sera quando sulla Liguria è previsto l'arrivo della pioggia".

IPLOM: LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE -  I sindacati di categoria e le rsu hanno incontrato Iplom per discutere della richiesta di apertura della procedura di cassa integrazione chiesta dall'azienda a seguito della rottura dell'oleodotto di domenica 17 che costringerà l'azienda a fermare la raffineria a partire dal 25 aprile. "La procedura si è conclusa - si legge nella nota dei sindacati - con la firma dell'accordo della cig a rotazione per 240 dipendenti. Durante la fermata l'azienda garantirà la presenza di una squadra di emergenza di numero superiore a quella prevista dalle normali procedure".

Produzione ferma dal prossimo lunedì e cassa integrazione dal 6 maggio alla Iplom di Busalla dopo la rottura di una tubatura che ha causato lo sversamento di greggio in vari torrenti genovesi e ha portato al sequestro dell'impianto. In cassa, a rotazione, andranno 240 lavoratori su 252. L'accordo è stato firmato in una riunione fiume tra azienda e rappresentanti sindacali. I 12 lavoratori che non saranno interessati dalla cassa integrazione saranno impegnati nelle attività al porto petroli di Multedo e nel deposito di Fegino, due siti che continueranno in parte a rimanere operativi.

ANCHE L'IIT IN CAMPO - Alle forze in campo contro il petrolio potrebbe aggiungersi anche l’Istituto Italiano di Tecnologia, che tra l’altro ha sede in Valpolcevera, a Morego. “In virtù di un campionamento potrebbero rendersi disponibili ad analizzare il materiale in modo scientifico così da suggerire il metodo migliore per assorbirlo”, spiega Crivello annunciando la notizia.

IL DRONE -
È arrivato anche un drone per monitorare le zone colpite dal disastro ambientale sul Polcevera. Nelle prossime ore dovrebbe alzarsi in volo. Lo ha detto a Primocanale l'assessore comunale alla Protezione Civile Gianni Crivello: "Abbiamo una convenzione con la Fondazione Cima che ha stretto una convenzione con l'Arpa della Valle d'Aosta e grazie a questa sinergia sarà possibile utilizzare un drone che vada a monitorare il rio Fegino e le zone in mare dove state avvistate macchie di greggio".

"State certi di una cosa, per quanto ci riguarda nessuno farà sconti all’azienda. Domani sono previste piogge, quindi bisogna intensificare il lavoro. Si procede più tempestivamente in queste ore nella pulitura della zona a monte. Il sindaco? A Fegino c’è stato, abbiamo invitato una folta rappresentanza di cittadini in Comune per un incontro, ma loro non vogliono venire", conclude Crivello. 
 
I LAVORI - Sono state sostituite alcune panne che assorbono il combustibile, un'operazione eseguita con una precisa cadenza e rafforzata di ora in ora visto che dal rio Fegino scenderà verso mare il materiale che verrà bonificato nel corso della giornata. C'è anche un pallone aerostatico in grado di monitorare gli inquinanti e la qualità dell'acqua in transito verso il mare. 

Anche due anatre si sono affacciate sull'alveo del Polcevera per 'vedere' come stanno procedendo i lavori. Una scena che ha incuriosito molto gli addetti alla bonifica che hanno osservato queste due anatre che sono salite sul Polcevera e sono restate per qualche secondo sul greto prima di tornare in mare aperto

PETROLIO IN MARE - Giovedì il greggio ha raggiunto anche le acque antistanti il porticciolo di Pegli, vicino all'imbarcadero, nel ponente di Genova. La segnalazione è giunta al centralino della Capitaneria di Porto che ha subito disposto la bonifica della chiazza. I pescatori di Multedo hanno mostrato lenze sporche di una sostanza oleosa. Il mare è visibilmente ricoperto di una patina perlescente. Non ci sono però problemi in mare aperto. 

Nella mattinata di venerdì è partita la bonifica, come ha confermato il presidente del Municipio Ponente Mauro Avvenente, che svela di avere ricevuto una "rassicurante telefonata del responsabile del settore ambiente della polizia municipale". L'obiettivo è ottenere la piena balneazione per l'estate: "Per questo non facciamo sconti alla Iplom e chiediamo un immediato ripristino delle condizioni della spiaggia e degli scogli macchiati dal greggio".

Ma è stata perlopiù una falsa partenza: il camion giunto sul litorale per aspirare il bitume si è insabbiato ed è rimasto bloccato. Per riprendere la strada e proseguire la bonifica gli operai sono stato costretti ad attendere l'arrivo dei pompieri che con un fuoristrada hanno trainato e rimesso in strada il camion. "Può succedere, l'importante è che puliscano bene", ha commentato Avvenente. 

ONDA NERA IN MARE AL LARGO DI LOANO - Si è ampliata anche in mare, al largo delle coste del ponente Ligure, l'emergenza inquinamento per lo sversamento di greggio dall'oleodotto della Iplom a Genova. L'allarme è stato lanciato dalla Capitaneria di Porto di Savona, che ha avvistato una grande chiazza di petrolio lunga circa 3 miglia e larga duecento metri a circa 4 miglia al largo di Loano, dove è arrivata da Genova spinta da venti e correnti.

La Prefettura di Genova, sulla base delle rilevazioni fatte dalla Capitaneria di Porto di Savona, anche attraverso riprese aeree, ha stimatato in circa 50 metri cubi di petrolio la consistenza della chiazza di idrocaburi individuata.

L'INCHIESTA - Il pm Cotugno dispone una perizia tecnica per stabilire come e perché si sia rotto a Genova il tubo dell'oleodotto della raffineria Iplom. Sono tre i fronti seguiti dagli investigatori: una piccola frana, le condizioni della condotta e le manovre eseguite dai tecnici durante il pompaggio del greggio nell'oleodotto dal porto petroli di Genova Multedo alla raffineria Iplom. Il pm valuta la nomina di un geologo per stabilire se lo smottamento creatosi sul luogo dello sversamento sia stato la causa di un danno all'oleodotto.

LA SITUAZIONE A FEGINO - Via Borzoli verrà chiusa in ora serale per un breve tratto, in modo da consentire la prosecuzione dei lavori in piena sicurezza. Saranno vietati il transito e la sosta dalle ore 21 alle ore 5 nei giorni 22, 23 e 24 aprile nel tratto compreso tra via Ferri e salita alla Chiesa di Fegino. Potranno però passare i mezzi in servizio pubblico e i residenti. "Se i lavori finiranno prima il divieto cesserà in anticipo", riferisce l'assessore Crivello. L'ordinanza sta per essere firmata dal sindaco Doria.

Resta alta la tensione tra gli abitanti.
"Il sindaco ci ha invitato lunedì a una riunione privata. Ma noi non ci andiamo. Lui è il nostro rappresentante, deve venire qui tra la gente a vedere la situazione. Noi non siamo al suo servizio, è lui al nostro servizio", attacca Marta Parodi, una delle cittadine più battagliere a Fegino, che si era già sfogata a Primocanale in lacrime durante l'incontro in Regione subito dopo gli sversamenti. E dal quartiere arriva un secondo appello: "Ora c'è l'emergenza e gli occhi sono tutti puntati qui. Ma per favore, non dimenticateci". Scoppia la rabbia contro Iplom: "Se ne devono andare, sono anni che subiamo ingiustizie".

SALUTE - Si lamentano ancora disagi da esalazioni: bruciori agli occhi e alla gola. "C'è preoccupazione, è comprensibile. Abbiamo rilevato irritazioni respiratorie e agli occhi, iperemia oculare (bruciore), in qualche caso cefalea o nausea. La condizione è decisamente migliore col vento. Dal punto di vista sanitario la pioggia è un bene perché abbassa gli inquinanti", spiega Alessandra Robotti di Asl 3. L'assessore regionale Viale ha confermato che "non ci sono rischi per la salute".

AMBULATORIO MOBILE - Nei giardinetti in via Borzoli resterà anche oltre domenica l'unità mobile della Asl3, un camioncino con all'interno medici che rispondono alle domande dei cittadini ed eseguono test sulla salute. Visto l'apprezzamento riscontrato da parte della popolazione di Fegino per il servizio di prevenzione e informazione offerto dal personale medico del Centro mobile.

RIO FEGINO, SACCHI DA PORTARE VIA - All'interno ci sono i 'panni' che sono stati stesi per assorbire il greggio che si trova a pochi metri dall'esplosione della tubatura. Si tratta di appositi rotoli di carta assorbente sono stati installati nell'alveo, quindi gli escavatori raccolgono il tutto e lo collocano nei sacchi che verranno portati via e smaltiti come rifiuti speciali.

“A Busalla viviamo entrambi gli aspetti – dice il sindaco Loris Maieron – sia i disagi per l’ambiente sia la vicenda occupazionale. Siamo preoccupati, la popolazione vive tutto questo con ansia dalla popolazione. Il dialogo con l’azienda è costante: “C’è sempre stato, gli incontri ci sono, ci siamo rapportati con loro per il nuovo Puc. Chiaro che è un’azienda a rischio incidente rilevante, è seguita da tutti gli enti preposti. Stiamo facendo tutto ciò che prevedono le normative". Intanto a Fegino si chiede a gran voce la chiusura. “È una situazione difficile. Ci sono enti preposti perché le aziende lavorino in sicurezza e rispettino leggi, normative e controlli”