cronaca

Costa: "Tra 100 anni? Saremo ancora al servizio dell'uomo"
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Oggi come allora, dopo cent’anni, ognuno con la sua divisa, il suo fazzoletto e le sue onorificenze. Gli scout cattolici genovesi si sono dati appuntamento nel cortile di Palazzo del Principe, dove il 28 maggio 1916 venivano pronunciate per la prima volta le promesse della neonata Asci, l’associazione degli scout cattolici fondata a Roma dal conte Mario di Carpegna. Quella sigla confluì poi con l’Agesci, che riunisce tuttora i movimenti scout di ispirazione religiosa.

“Una giornata importante ed emozionante, perché essere eredi di un impegno promulgato cent’anni fa è una cosa bella, ma anche una responsabilità”, dicono i capi più anziani. In tanti casi, chi si approccia al mondo scout rimane scout per tutta la vita, e infatti nella sontuosa villa dei Doria ci sono proprio tutti, dai Lupetti e le Coccinelle fino a gente coi capelli brizzolati.

Come Massimiliano Costa, responsabile regionale Agesci ed ex assessore regionale, che sul futuro non ha dubbi: “Credo che tra 100 anni lo scoutismo sarà ancora vivo, perché è un’esperienza al servizio dell’uomo, che aiuta i giovani a crescere e formarsi in una libertà che ciascuno non vive per se stesso ma per gli altri. Oggi rinnoviamo una promessa di impegno e serietà per il futuro”.