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Il consigliere di Rete a Sinistra: "Così la gente resta lontana dalla politica"
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Dopo la notizia che Regione Liguria non si costituirà parte civile nel processo sulle cosiddette “spese pazze”, che vede coinvolti esponenti di varie parti politiche, Rete a Sinistra lancia l’accusa. E non risparmia nessuno, perché lo scandalo è trasversale e la decisione di non chiedere i danni ai responsabili appare come un segnale negativo. 

Il consigliere regionale Gianni Pastorino attacca: "Una decisione molto preoccupante, per due motivi. Primo, la Regione è essa stessa parte offesa in questo procedimento, visto che il comportamento illegittimo contestato agli imputati, se confermato in giudizio, rappresenta un danno alle casse dell’ente pubblico. Secondo, costituendosi parte civile e chiedendo i danni, c’è la concreta possibilità di recuperare i soldi pubblici che sono stati letteralmente sperperati per acquisti di carattere personale".

Secondo Pastorino la decisione della Regione potrebbe anche rappresentare un danno per i cittadini. "Non è nostra intenzione cavalcare l’onda giustizialista, ma riteniamo che costituirsi parte civile fosse un atto dovuto; anche per un senso di rispetto e di dovere nei confronti dei liguri. Ma come? - si chiede Pastorino - C’è un serio atto di incriminazione, ci sono prove a supporto, ci sono gli articoli apparsi sulla stampa: fondi regionali utilizzati per scopi che non hanno nulla a che fare con il servizio pubblico. E tu, Regione, non fai nulla? Non ti costituisci parte civile?"

Per l'esponente di Rete a Sinistra una scelta diversa avrebbe potuto rappresentare un segnale di discontinuità: "Spesso ragioniamo sui motivi che tengono la popolazione lontana dalla politica, spesso ci interroghiamo sui sentimenti di astio e sfiducia che l’opinione pubblica esprime nei confronti dell’agire istituzionale. Allora dovremmo anche considerare le azioni concrete da mettere in campo per confutare questo sentimento, giustificato, che nasce da un malcostume comunque diffuso".