politica

Restano sul tavolo i temi Primarie, Doria, Paita e Regazzoni
2 minuti e 45 secondi di lettura
Andare a congresso il prima possibile. È questa la richiesta che il Partito Democratico, riunito in assemblea a Genova, lancia al segretario nazionale del partito, nonché premier, Matteo Renzi. Al termine di un incontro molto lungo, l'assise dem ha dunque lanciato un messaggio chiaro a Roma: il periodo di Commissariamento del partito deve concludersi più rapidamente possibile per consegnare il movimento nelle mani di nuovi vertici.

Sul tavolo del partito restano alcunu temi caldi, anzi scottanti: come puntare a Genova e La Spezia dopo lo scivolone elettorale di Savona? Come gestire i malumori sorti contro la capogruppo regionale Raffaella Paita? Quale sarà il futuro di Marco Doria? Per non parlare delle dure prese di posizione del filosofo Regazzoni, che hanno creato non poca instabilità tra i dem genovesi e liguri.

Di questi temi non si è parlato, se non di sfuggita, nel corso dell'assemblea.
La sensazione è che si sia preferito evitare (o, meglio, rinviare) un nuovo scontro interno al partito. "Per quanto riguarda Paita, è una questione del gruppo, non ne parliamo in assemblee di questo tipo. Sulla ricandidatura di Doria, invece, il Pd genovese ha già preso una decisione", aveva puntualizzato prima del vertice il segretario provinciale Alessandro Terrile ai microfoni di Primocanale. Sotto la Lanterna saranno primarie, ma arrivarci interi sarà la vera sfida.

Nei giorni scorsi il Pd aveva invece deciso di avviare una campagna d'ascolto dei cittadini, con 13 banchetti nei diversi quartieri di Genova.
Un tentativo di ricucire il rapporto con gli elettori, dopo che - nel dibattito aperto da Mario Paternostro su Primocanale - più di un esponente aveva osservato come il partito sia troppo autoreferenziale e lontano dalla gente.

L'INTERVENTO DI RAFFAELLA PAITA - "È oggi molto più chiaro di un anno fa che il Pd in Liguria vive una crisi profonda. Una crisi che nasce prima di tutto dal non aver compreso, in tempo, che un ciclo economico si era interrotto e, quindi, dal non essere stati in grado di costruire un progetto di futuro all'altezza. Qui, o soprattutto qui, stanno le radici di quell'insofferenza diffusa verso chi ha avuto a lungo responsabilità di governo, verso il Pd". "Per quanto riguarda Lavagna - ha aggiunto Paita - io mi sento parte lesa insieme al mio partito. Nessuno può permettersi di infangare il nostro nome. Noi siamo da sempre alla testa della lotta contro la criminalità organizzata e i sistemi mafiosi".

L'INTERVENTO DI ANDREA ORLANDO - "Dobbiamo ripartire dai contenuti e non dalle candidature. Non sono favorevole alle primarie per le prossime amministrative alla Spezia". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, spezzino. "Troppo spesso si è parlato di schieramenti prima ancora di entrare nel merito dei contenuti. Bisogna puntare alla partecipazione dei cittadini e di tutta quella società civile dell'associazionismo e del volontariato. Le primarie non sono l'unica forma di partecipazione democratica. Il candidato non dovrà essere l'espressione degli schieramenti interni del Pd", ha detto Orlando che ha usato una metafora: "Correre fa bene, ma oggi far fare le primarie al Pd spezzino è come consigliare a un cardiopatico di fare footing. Non è il momento". Alla Spezia si rinnova il consiglio comunale nella primavera del 2017.