cronaca

Non solo passaggi in furgone: esistono metodi più rischiosi
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La chiamano "route de la mort", strada della morte. È l'espressione che usano i francesi per indicare il rischioso passaggio che consente ai migranti di valicare il confine tra Italia e Francia, nei pressi di Ventimiglia. Come ha fatto Milet, la 16enne eritrea travolta da un tir mentre attraversava una galleria in A10. Ce l'avevano quasi fatta, lei e la sua famiglia. Ma il sogno di raggiungere la Francia si è infranto lì, a pochi metri dalla frontiera.

Sono in tanti a tentare la fortuna in autostrada. Ma non è l'unico metodo. A indicare la strada sono sempre i passeur, in maggior parte nordafricani, cittadini francesi perfettamente integrati. I maghrebini conoscono un sentiero che porta direttamente sulla A10, una strada molto azzardata ma economica. Se non si vuole rischiare si possono chiedere il furgone o l'automobile. Si viaggia stipati anche a gruppi di 25, ma il prezzo è tra i 100 e i 250 euro a testa.

Ci sono poi i passeur albanesi, i bulgari e i pakistani. Un capitolo a parte lo meritano gli afghani, specialisti dei sentieri. Con la loro guida si possono sfruttare gli strettissimi passaggi a strapiombo sul mare. Oppure, in alternativa, il cosiddetto 'Col de Mort', dove ogni tanto qualcuno viene trovato senza vita nel precipizio. Se la traversata non riesce, poco importa: si paga in anticipo. Ma l'importante è provarci. Perché, una volta in Francia, è probabile che arrivi qualche connazionale a prenderli.