
Il perito dovrà stabilire se Borgarelli soffra di disturbi psichiatrici e se al momento del delitto fosse in grado di intendere e di volere. L'infermiere aveva ucciso lo zio perché non voleva che passasse con la macchina o la moto da un sentiero che da casa sua porta nel bosco. I due, che già in passato avevano discusso, la mattina del delitto avrebbero litigato ancora. Il nipote avrebbe preso una pistola, caricata a pallini, e lo avrebbe colpito alle spalle e poi lo avrebbe decapitato e nascosto nel bosco.
Il legale ha presentato la relazione del proprio consulente che ha stabilito come l'infermiere soffra di disturbi mentali, una sorta di mania di persecuzione. Nel corso delle indagini difensive è emerso che Borgarelli era stato in cura da uno psichiatra e che in casa aveva numerosi psicofarmaci. E' anche emerso che l'assassino aveva fissato un appuntamento con un avvocato amministrativista per risolvere la questione legata al diritto di passaggio sul sentiero: secondo la difesa questo elemento smonterebbe la tesi della premeditazione del delitto.
IL COMMENTO
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