cronaca

Il 27 dicembre 1966 l'ultima corsa tra Caricamento e Prato
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Un triste anniversario si avvicina per Genova. Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre 1966 il tram della linea 12, partito da Caricamento, entrava nel deposito di Prato. Era l'ultimo in servizio a Genova e non sarebbe mai più tornato per le vie della città. Per il trasporto pubblico quella notte segnò la fine di una stagione felice durata settant'anni e l'inizio di una nuova era che, in mezzo secolo esatto, ci ha consegnato uno scenario radicalmente diverso. Per rendersene conto basta spulciare la cronaca delle ultime settimane.

La rete tranviaria di Genova era una delle più estese ed efficienti in tutta Europa. Copriva non solo le direttrici principali (Levante, Ponente, Bisagno e Polcevera) ma anche le alture del centro cittadino e i primi quartieri collinari. Il primo tranvai elettrico fece il suo debutto nel 1893, arrampicandosi trionfalmente per la ripida via Assarotti tra Corvetto e Manin. Le mitiche 'littorine', entrate in servizio nel '39, erano conosciute in tutta Europa come tram 'tipo Genova'. Leggere, veloci e confertevoli, sono tuttora in funzione. A Innsbruck.

Il boom economico cambiò tutto. L'Italia aveva sete di petrolio e l'industria doveva produrre automobili. I tram, vincolati alle proprie rotaie in piena sede stradale, iniziavano a dare fastidio. Prima si cominciò a sostituirli coi filobus, poi si pensò di toglierli del tutto. La cosiddetta 'Operazione Rotaie' iniziò nel 1964 da Ponente e Valpolcevera. Nel ’65 via i tram anche dal Levante, fino all’addio definitivo con la Valbisagno. Iniziava così l’epoca degli autobus, prima verdi e poi arancioni, le linee ‘celeri’ che celeri lo erano davvero, ma finirono poi per dare il nome a tutti i mezzi, in verità sempre più impantanati nel traffico selvaggio. Nel 1973 scomparve pure il filobus, riesumato dal 1997 con fortune alterne.

Ed eccoci alle soglie del 2017. Autobus vecchi e malandati, il nodo ferroviario appeso a un filo, una metropolitana da record negativo per dimensioni e tempi di costruzione, le aziende in crisi permanente e i lavoratori sempre in piazza per una politica del trasporto pubblico senza visione futura. Nella città degli ostinati contrari è persino nato un ‘Comitato Sì Tram’ per riportarlo almeno là dove è resistito più a lungo, la Valbisagno, l’unico asse portante genovese che non ha (più) un’infrastruttura ferrata e veloce.

E non è questione di nostalgia. In Svizzera, Francia, Germania (per citarne solo alcuni) i chilometri di tranvia sono in costante aumento, perché è un mezzo pulito e silenzioso che tra l’altro mette ordine nelle strade che attraversa. A Genova è partita la campagna elettorale. E l’idea più in voga per Molassana si chiama filobus. Alla faccia dell’innovazione, il tram sembra ormai confinato all'utopia. E a un dolce ricordo, per chi c'era. 

Per chi vuole approfondire questi temi segnaliamo il libro "Quando viaggiavamo col Tramway (Il tram a Genova tra passato e futuro)", scritto da Fiorenzo Pampolini e Claudio Serra, edito dalla Nuova Editrice Genovese: 208 pagine, 245 foto d’epoca, con uno studio approfondito per il ritorno del tram a Genova.