cronaca

Il 31 gennaio giornata di fuoco: delibera, sciopero e protesta
1 minuto e 28 secondi di lettura
 I commercianti genovesi preparano già le barricate. Lasciati soli dall'amministrazione, ma anche dagli altri gruppi consiliari di Palazzo Tursi, hanno già in canna il ricorso alla Corte dei Conti. “Siamo alla resa finale, non ci fermeremo. Non pagheremo responsabilità che non sono nostre”, tuona Roberto Panizza, vicepresidente Ascom Genova. Sulla testa pende la scure di un maxi aumento della Tari, la tassa sulla spazzatura. Colpa del processo di privatizzazione di Amiu, su cui la giunta Doria non intende fare alcuna marcia indietro.

“Già paghiamo le tasse più alte d'Italia, e sappiamo che potranno esserci altri aumenti – spiega Panizza – ma qui parliamo del 4-6% in più, che per tante aziende significa finire in ginocchio con migliaia di euro all'anno in bolletta. Non possiamo accettarlo”. Ecco cosa succede: Iren, già socio privato di Amiu, assumerà il controllo dell'azienda col 51% del capitale. In questo modo si accollerà anche il super debito da 197 milioni legato a Scarpino, ma a una condizione: spalmare l'ammortizzamento su 30 anni invece che 10. Violando, tra l'altro, una precedente delibera del Comune. Risultato: bollette altissime da subito.

“Nessun gruppo consiliare vuole sposare la causa. Nessuno ha deciso di presentare emendamenti”, lamenta Panizza. Il 31 gennaio sarà una giornata bollente per Genova. In Consiglio comunale si discuterà la delibera sull'aggregazione Iren-Amiu. In contemporanea avremo lo sciopero dei lavoratori Amiu, che non giudicano sufficiente l'intesa col Comune sui livelli occupazionali, e la protesta degli esercenti in sala rossa, annunciata nel tavolo della piccola impresa degli scorsi giorni: “Siamo pronti a mobilitarci, non si può far gravare su cittadini e commercianti il dissesto di un'azienda pubblica”. Che però diventerà privata. A spese dei genovesi.