cronaca

Nell'area ex Amga sorgerà un centro commerciale
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Che si parli di acqua, spazzatura o gas, la musica non cambia: il Comune privatizza, i privati tagliano per massimizzare gli utili e i cittadini pagano il conto in soldi e sicurezza. In via Prà, in mattinata, si è riunito il presidio di protesta dei lavoratori Iren contro la decisione aziendale di vendere l’area ex Amga, dove lavorano gli addetti alle manutenzioni della rete gas. L’obiettivo è spostare tutti a Campi e destinare tutto il complesso ad area commerciale. Una scelta che preoccupa perché aggiunge difficoltà di spostamento in caso di emergenze. “Iren abbandona il Ponente, senza presidio meno sicurezza”, recita uno degli striscioni.

“In questo modo resterà un presidio solo sul Levante – spiega Alessio Caneva, delegato Cisl in Iren – e contando che tra poco andremo a gara per acquisire il servizio anche a Rossiglione, Masone e Campo Ligure, siamo molto preoccupati. In caso di calamità naturali o difficoltà stradali, c’è il rischio di non raggiungere il luogo dell’intervento. Con tutti i pericoli che ne derivano per i cittadini”. Se si tarda di oltre un’ora, ad esempio su una fuga di gas urgente, secondo le regole imposte dall’Authority, “c’è il rischio di essere multati, e questi costi li pagano i cittadini in bolletta”.

L’obiettivo è vendere l’area a un’altra società per realizzare un centro commerciale. Ovviamente con un bel po’ di deroghe urbanistiche. Nelle vicinanze ci sono un rio esondabile (il Branega, che sfocia all’inizio del canale di calma) e un cimitero con vincoli sanitari. Non si può costruire, ma solo ristrutturare. Senza contare che qui dovranno comunque restare alcune strutture legate al metanodotto: una palazzina di servizio e soprattutto i tubi che passano tutti sotto la cancellata d’ingresso. Un eventuale guasto costringerebbe a chiudere tutto, con gravi disagi per chiunque ci si sarà insediato.

“Il gruppo non ha pensato ad altro che a fare cassa, a volte programmando investimenti sbagliati. Non tiene più conto del servizio, ma solo dei dividendi da distribuire agli azionisti”, continua Caneva. “È un esempio lampante di cosa vuol dire privatizzare i servizi. E meno male che il Comune ha preso una sberla sulla vicenda Amiu, non sono riusciti a svenderla a questi imprenditori che chiudono servizi essenziali”, si sfoga Stefano Giordano, delegato Usb dei Vigili del fuoco, anche loro sulle barricate perché “se perdiamo la collaborazione del pronto intervento acqua e gas, ci troviamo scoperti sulle emergenze”.

E il Comune? “Il sindaco ha detto che farà il possibile per darci una mano. Gli assessori non si fanno trovare. Siamo soli”, lamenta Marino Canepa, rsu Cisl. “Questo presidio era ed è fondamentale per sopperire alle difficoltà dell’unico presidio delle Gavette – dice Alice Salvatore, consigliera regionale del Movimento 5 stelle – e ora si vuole spostare a Campi per costruire l’ennesimo centro commerciale? Non si sa neanche se ci sono i permessi. È vergognoso. Ci chiediamo quando quest’amministrazione se ne andrà, perché i genovesi sono veramente stanchi”