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Terrile: "C'è un filo di speranza". Congresso regionale il 26 marzo
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La scissione del Pd è questione di ore. La mediazione in extremis di Orlando e la timida apertura di Emiliano sono state vanificate in anticipo da Renzi. Da parte dell'ex premier dimissioni confermate, ma poche concessioni alla minoranza: "Peggio della parola scissione c'è solo la parola ricatto: non chiedetemi di non candidarmi alla segreteria". In serata una nota congiunta di Rossi, Emiliano e Speranza fuga ogni dubbio: "È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima".

RISPONDI >>> Sì o no alla scissione del Pd?

"La priorità è evitare la scissione", ripete il segretario genovese, Alessandro Terrile. Dice che c'è ancora "un filo di speranza, una mezza porta aperta". L'ultimo pompiere superstite è proprio un ligure: Andrea Orlando, spezzino, ministro della giustizia, che ha proposto una conferenza programmatica prima del Congresso, convocato automaticamente dopo l'assemblea. A ricomporre i cocci potrebbe essere una sua candidatura alla segreteria. "Molti liguri la sosterrebbero - dice Terrile - ma ha già tanto da fare".

Le prossime tappe sono segnate: martedì Direzione, poi, da statuto, il Congresso da fare in fretta e furia prima delle amministrative. Col rischio di una pericolosissima sovrapposizione con le politiche. Le conseguenze della bufera nazionale sono già segnate a livello locale. Le parole del commissario ligure David Ermini - che non vede l'ora di salpare l'ancora lontano dalle nostre Riviere - sono chiare: "Un'eventuale scissione sarebbe un danno ulteriore a livello locale".

Terrile ha convocato la riunione di segreteria, come ogni settimana. Ma è chiaro che non è come le altre volte: perché adesso, con l'aria che tira a Roma, scegliere un candidato unitario per Genova sarà un'impresa titanica. "Non c'è dubbio che le fibrillazioni creino tensioni e discussioni interne, mentre oggi avremmo dovuto parlare di città, di prospettiva per il futuro. È un Pd che parla molto di se stesso e non riesce a confrontarsi coi cittadini". 

Quindi rassegnati alle primarie?
"Non è automatico - prosegue Terrile - certo che ogni tipo di divisione rende difficile arrivare a un candidato unitario". Quezzi Alta si era fatta capofila dei circoli locali con un appello all'unità: "Evitatele". Una malcelata agitazione regna a tutti i livelli. Il consigliere regionale Pippo Rossetti si augura "che trovino il buon senso per discutere i programmi amministrativi e non politici, così da avere una candidatura che rappresenti tutti. Se no, primarie".

"Basta correnti", dice la sua capogruppo Raffaella Paita, che all'epoca le primarie le vinse ma perse le elezioni. E infatti In Comune il vice sindaco Stefano Bernini avverte: "Non facciamo l'errore delle regionali. Se una coalizione riesce a trovare un candidato unico è meglio".

Nel frattempo Simone Leoncini, attuale presidente del Municipio Centro Est, annuncia per mercoledì una conferenza stampa in cui presenterà 'La Genova che vuole cambiare' evocando una "coalizione progressista e civica". Dal suo canto, le primarie sono l'ideale: "Non credo che la giornata di ieri abbia cambiato di molto gli scenari. Secondo me siamo più vicini alle primarie. Da mesi siamo in cerca di un Maradona. Se c'è, sarebbe bene palesarlo".

Intanto è stata fissata la data del Congresso regionale. Si farà il 26 marzo, "con primarie aperte, a meno che non si presenti un candidato unitario che, nel caso, sarà proclamato direttamente ad esito della Convenzione regionale" che si terrà "in una data compresa tra il 15 e il 18 marzo". Candidature che dovranno pervenire entro le 20 del 25 febbraio con le relative linee programmaatiche.