Erano 1.200, ora sono 550. Domani, chissà. Davanti al palazzone di Erzelli dove c'è la sede genovese di Ericsson si è riunito l'ennesimo presidio di lavoratori in sciopero. Venerdì sera sono arrivate per mail altre quattro lettere di licenziamento, dopo le ultime 61 consegnate prima dell'estate. E la preoccupazione sale, perché le notizie internazionali sono nefaste.
"Ci arrivano voci di un piano mondiale da 14mila esuberi su un totale di 104mila dipendenti - spiega Matteo Lupi di Fistel-Cisl - e quasi certamente a ottobre-novembre partirà un'altra procedura collettiva. Per questo chiediamo chiarezza sul piano industriale".
I sindacati chiedono anzitutto che venga convocato il tavolo promesso a giugno dalla Regione con istituzioni locali e Confindustria. Intanto è arrivato un primo appuntamento per mezzogiorno con Gianni Berrino, assessore al lavoro della giunta Toti, per discutere i prossimi passi.
"Già la scorsa settimana lo abbiamo chiesto, nel frattempo sono arrivate altre lettere. Non c'è tempo da perdere - dice Fabio Allegretti, segretario regionale di Slc-Cgil - Ericsson non risponde e i segnali che arrivanon dall'estero sono sempre più preoccupanti".
"Ci siamo fatti promotori della convocazione, in tempi brevi, del tavolo con le istituzioni locali, alla presenza del presidente Toti, quindi del Comune di Genova e Confindustria. Contestualmente, solleciteremo il ministero allo Sviluppo economico perché convochi un tavolo nazionale con l'azienda, auspicando che si possa svolgere entro ottobre".
A livello locale si parlerà soprattutto di ricollocamenti. Negli scorsi mesi qualche contatto è stato avviato, ma al momento non c'è nulla di scritto. Una delle ipotesi è la cinese Zte, che Toti e Bucci stavano tentando di portare agli Erzelli, ma il colosso che ha 'soffiato' proprio a Ericsson il maxi appalto per la banda larga di Wind-Tre pare intenzionato a investire più al Sud Italia che a Genova.
Ma l'assessore Berrino ha annunciato che in questi giorni il governo ha finalmente sbloccato i 13 milioni di euro di residui della cassa integrazione per la Liguria. "Pertanto - ha dichiarato l'assessore Berrino - potremo predisporre i bandi dedicati alla formazione e all'autoimprenditoria che riguardano le aree di crisi non complessa, quindi anche la zona degli Erzelli dove ha sede Ericsson".
L'obiettivo, quindi, è avviare progetti specifici sul territorio. E, dall'altro lato spronare i ministeri sul fronte degli ammortizzatori sociali. "Il rischio è di subire una perdita di lavoro intollerabile per la città - commenta il consigliere regionale Gianni Pastorino - ma teniamo presente che il Governo finora è stato docile, quando non asservito all'azienda. Ricordo che l'anno scorso, mentre Ericsson licenziava, Renzi parlava con loro di lavoro a un convegno. Se non si cambia registro quest'azienda in Italia farà ciò che vuole".
cronaca
Ericsson, sciopero e incontro in Regione. Ma in autunno arrivano altri licenziamenti
Piano da 14mila esuberi, i sindacati: "Basta perdere tempo"
2 minuti e 18 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Lunedì 25 Novembre 2024
Pirondini: "A Grillo dico grazie, non riesco a immaginare un Movimento senza di lui"
Lunedì 25 Novembre 2024
Violenza donne, l'avvocato penalista: "Ecco come funziona il codice rosso"
Lunedì 25 Novembre 2024
Il medico risponde - Influenza e Covid, cosa ci aspetta nelle prossime settimane?
Domenica 24 Novembre 2024
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità
Ultime notizie
- Bucci giura in consiglio regionale: "Uniti per fare qualcosa per il futuro della nostra regione"
- Consiglieri regionali in ritardo alla "prima" di Bucci: "Eravamo in coda in A10"
- Cade albero, chiusa via Capolungo a Nervi
- Il medico risponde: i sintomi della prostata, come si cura la cistite
- Consiglio regionale, Campora (Vince Liguria): "Sfide importanti in arrivo"
- Consiglio regionale, Sanna (Pd): "Il mio primo vero giorno 4 anni fa con il Covid"
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità