Carige ha ceduto a Credito Fondiario un portafoglio di crediti ipotecari e chirografari (quel tipo di credito che non è assistito da alcun tipo di garanzia reale come pegno e ipoteca, o personale ad esempio fideiussione, anticresi) in sofferenza con un valore nominale lordo di circa 1,2 miliardi, per un corrispettivo di 265,7 milioni, circa il 22,1% del valore nominale lordo (l'importo riportato sul certificato del titolo stesso) migliorativo rispetto a quello previsto nel piano industriale al 2020.
La transazione porterà a circa 2,2 miliardi il totale delle cessioni di crediti in sofferenza realizzate da Carige nel secondo semestre dell'anno, a valere sul programma di 'de-risking' incluso nel piano industriale, che prevede di raggiungere un totale stock di credito deteriorato pari a circa 3,1 miliardi entro il 2020. Il perfezionamento della transazione è previsto entro fine 2017.
La banca annuncia, inoltre, di avere siglato con Credito Fondiario anche un accordo vincolante per la cessione del ramo d'azienda relativo alla piattaforma di gestione dei crediti deteriorati unitamente alla sottoscrizione di un contratto di servicing pluriennale per 31 milioni. Il closing dell'operazione, previsto entro il primo semestre 2018, è soggetto all'approvazione delle Autorità regolamentari. In tale contesto Equita SIM e Credito Fondiario in riferimento al contratto di sub-garanzia di prima allocazione, avevano concordato di estendere a oggi la data entro la quale sottoscrivere gli accordi, pertanto la condizione risolutiva non si è verificata. Entrambe le operazioni giungono al termine di un processo competitivo che ha visto la partecipazione di oltre 30 investitori nazionali ed internazionali.
Nella transazione Banca Carige si è avvalsa dell'assistenza di Bain & Co. in qualità di advisor industriale e di Orrick in qualità di advisor legale. La Banca Carige ieri ha riconosciuto a uno dei sub garanti di prima allocazione un diritto di prima offerta su un portafoglio di Npl eventualmente oggetto di cessione per un valore lordo di circa 200 milioni. Pertanto la condizione risolutiva di cui all'accordo di prima allocazione sottoscritto in data 21 novembre 2017 con detto operatore non si è avverata.
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